di Luigi Cucchi
Dal 21 al 24 marzo si è svolta a Firenze la dodicesima edizione del Congresso nazionale di infettivologia pediatrica, unoccasione unica di confronto tra pediatri, infettivologi, microbiologi, immunologi e allergologi sulle acquisizioni più recenti in infettivologia pediatrica, sui problemi e sul futuro dellantibioticoterapia, sulle novità relative alle vaccinazioni, sul trattamento dellotite media acuta, sulla nuova emergenza della tubercolosi, su immunità e allergie. Ha inaugurato il congresso con lillustrazione delle più recenti acquisizioni scientifiche la professoressa Susanna Esposito, presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica (Sitip) e direttore della 1 clinica di pediatria dellospedale Maggiore di Milano. «Dopo lesperienza della recente pandemia - ha precisato - molte autorità sanitarie hanno esteso sistematicamente luso del vaccino anche ai bambini sani, ma nonostante ciò continua a non esistere un consenso unanime su questa posizione e soprattutto sulletà in cui somministrare la vaccinazione universale. Tutti i nuovi dati pubblicati nel 2011 circa lefficacia, la sicurezza e la tollerabilità del vaccino antinfluenzale, in particolare dei nuovi preparati a disposizione, evidenziano che sono particolarmente indicati nei primi anni di vita, durante i quali la risposta immunitaria è solitamente ridotta. Inoltre, a seguito dellautorizzazione dellEma (European Medicine Agency) si è arrivati anche in Europa alla registrazione del vaccino antinfluenzale a virus vivo attenuato, per la fascia di età 2-18 anni».
Un secondo approfondimento ha trattato il morbillo. Letà media di insorgenza della malattia è ladolescenza ed i soggetti non vaccinati in precedenza o quelli vaccinati con ununica dose. LOrganizzazione Mondiale della Sanità controllerà in tutta Europa i programmi di prevenzione, suggerendo sistematicamente due dosi di vaccino per i nuovi nati e vaccinando gli adolescenti e gli adulti suscettibili, così da poter eradicare morbillo e rosolia entro il 2015.
«Negli ultimi anni ha ricordato la professoressa Esposito - è stata riscontrata una riemergenza della tubercolosi nei paesi industrializzati, dove ormai la malattia ha raggiunto la soglia del 5% di tutte le patologie infettive. Lincremento è stato attribuito sia alla comparsa di ceppi multiresistenti ai farmaci antitubercolari, sia ai flussi migratori provenienti da paesi con elevata incidenza di questa patologia».
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