Almeno all'apparenza Una mamma per amica (mercoledì su Italia 1, ore 21) sembra sin dal titolo come una fonte di possibile inquietudine per chi frequenta la psicologia e non vuole sentir confondere il ruolo del genitore con quello dell'amico, tantomeno in una fiction e non senza valide ragioni. Del resto anche negli Stati Uniti, dove questa serie è nata nel 2000 con l'innocente titolo Gilmore girls, lontano da ogni intento potenzialmente provocatorio come nella versione italiana, qualche perplessità sul tipo di storia raccontata è sempre esistita. A tal punto che questa sceneggiatura è stata la prima ad essere vistata dall'associazione Family Friendly Forum, allo scopo di rispettare la massima verosimiglianza possibile riguardo alle vicende familiari raccontate. Ottenuto il lasciapassare, è stato subito un trionfo di pubblico e di critica, in buona parte meritato al di là della promozione pubblicitaria indotta dalle polemiche «politically correct». Riassunta in breve, Una mamma per amica racconta di una madre e di una figlia che vivono in un immaginario paesino del Connecticut e che a vederle insieme sembrano sorelle: la mamma, la trentaduenne Lorelai (Lauren Graham) cerca di evitare alla figlia Rory (Alexis Bledel) lo stesso tipo di vita difficile e piena di errori in cui è incorsa da quando, poco più che adolescente, rimase incinta e decise di rifiutare l'aiuto dei genitori crescendola da sola. Il telaio della storia è costituito da una fitta rete di legami e relazioni (con i genitori, con gli amici, con i fidanzati delle protagoniste) descritti con una capacità di scrittura brillante ma senza le forzature «a tutti i costi spiritose», disegnando caratteri e situazioni in modo scorrevole e mai grossolano, con qualche ambizione di commedia sofisticata soprattuto nei dialoghi. La fatica di essere madre viene equiparata a quella di essere figlia, e gli sceneggiatori hanno l'abilità di fotografare una complicità che si sottrae al rischio del manierismo e, di conseguenza, anche alla possibile accusa di voler inculcare il messaggio che madri e figlie «debbano» sentirsi amiche piuttosto che rispettare ognuna il proprio ruolo. La serie, ideata da Amy Sherman Palladino, è ricca di citazioni sia televisive che cinematografiche alle quali occorre prestare con attenzione l'orecchio per poterne godere l'ironia, e dispone di musiche coinvolgenti (caratteristica sempre più diffusa nella fiction americana) firmate da Sam Philips, Toni Stern e Carole King.
Dialogo cult: un prete cerca di inculcare a Rory il concetto della purezza, di «donarsi» solo al momento giusto con l'uomo giusto, e la ragazza per tutta risposta gli chiede: «Reverendo, ha visto Vergine a 40 anni? Le piacerà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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