Pare addirittura che sia stata colpa del temporale. Responsabilità a cascata. Fatto è che sabato sera l'ospedale San Paolo ha bloccato per diverse ore quattro ambulanze all'esterno del suo pronto soccorso perché non aveva le barelle sulle quali trasferire i pazienti. Reparti intasati, ma soprattutto pronto soccorso in tilt. Nessuna pandemia in corso. «Qui il sabato sera è un far west», dice un infermiere. Medicazioni per risse, ricoveri per incidenti stradali, il San Paolo ai confini estremi del Corvetto e delle cintura di Milano, può dirsi ospedale di frontiera. Il sovraffollamento al pronto soccorso in certe serate è la norma.
E sabato sera a complicare le cose ci si è messo il temporale con uno strascico di piccoli incidenti. «In realtà non è la prima volta che capita - spiega il medico di turno al 118 - le richieste dell'utenza spesso superano le capacità di accettazione del pronto soccorso. A monte c'è un numero ridotto di posti letto. Quando noi portiamo un paziente che non può o non riesce a stare seduto e l'ospedale non ha barelle libere noi siamo costretti a fermare il mezzo. Una convenzione con gli ospedali prevede che la sosta di un'ambulanza non possa superare i 60 minuti, altrimenti dovrebbe scattare la sanzione. Per fortuna nessun altro paziente è rimasto senza soccorso». Sul territorio cittadino ci sono sempre 34 ambulanze (24 del 118 altre 10 offerte dai privati) che possono diventare 38 solo in caso di particolari criticità, come manifestazioni, periodi di influenza o condizioni climatiche eccezionali.
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