La Marcegaglia: "Inevitabile rivedere i contratti di lavoro"

Il nuovo presidente di Confindustria detta i quattro pilastri per "rilanciare il Paese". E avverte: "Basta alibi. Senza sinistra radicale in Parlamento ci sarà uno scenario più positivo"

La Marcegaglia: 
"Inevitabile rivedere 
i contratti di lavoro"

Roma - "La revisione degli assetti contrattuali sta al primo punto nell’agenda di lavoro del presidente designato di Confindustria Emma Marcegaglia". Davanti alla Giunta di Confindustria che ha dato il via libera alla nuova squadra e al nuovo programma, Emma Marcegaglia ha chiesto un forte alleggerimento economico e normativo del contratto nazionale e un cambiamento degli assetti contrattuali con l’obiettivo di puntare sulla contrattazione di secondo livello. Il messaggio lanciato dal nuovo numero uno di Confindustria detta i quattro i pilastri per far "ripartire il Paese": una società aperta e integrata nel sistema internazionale, uno Stato migliore, l’investimento in capitale umano e l’elaborazione di una strategia che contemperi le esigenze di crescita con i vincoli energetici e ambientali.

Alleggerimento dei contratti Un forte alleggerimento economico e normativo del contratto nazionale e un cambiamento degli assetti contrattuali con l’obiettivo di puntare sulla contrattazione di secondo livello. "Il sistema attuale delle relazioni industriali è obsoleto e inadeguato rispetto alle esigenze di un paese industriale moderno", ha spiegato la Marcegaglia ritenendo "assolutamente necessario" cambiare gli assetti e le relazioni sindacali. Secondo il presidente degli industriali, infatti, il sindacato ha "un ruolo importante ma chiederemo una immediata convocazione di un tavolo per discutere della riforma": "Vogliamo immediatamente e silenziosamente lavorare con il sindacato e mi sembra che oggi ci siano le condizioni per farlo".

Sinistra radicale fuori dal Parlamento "La sinistra radicale è fuori dal Parlamento". Poi la precisazione: "Con essa è fuori dal Parlamento l’interdizione eretta a sistema che ha contribuito all’arretramento del nostro Paese rispetto ai nostri concorrenti, anche europei". Dalle elezioni, secondo la Marcegaglia, emerge "un quadro politico estremamente semplificato" dove "la maggioranza ha i numeri per governare". Quanto all’opposizione "è chiamata a svolgere la funzione di controllo, proposta, critica e stimolo che potrà essere importante se declinato in funzione degli interessi generali". Insomma uno "scenario positivo" che deve essere da stimolo anche per i democratici in modo da far ripartire il Paese.

"Basta alibi" La Marcegaglia ha chiesto uno sforzo sia agli industriali sia alla Politica. "Basta alibi". Questo il diktat del nuovo presidente di Confindustria. "Non esistono soluzioni semplici", ha incalzato la Marcegaglia ricordando che "servono scelte impopolari e un’azione tenace, coerente e prolungata nel tempo". Poi ha spiegato: "Finora la volontà politica è mancata. E la debolezza delle nostre istituzioni è il problema dei problemi, la causa prima delle nostre incapacità per riprendere la crescita reale, assicurare redditi adeguati, combattere la povertà e l’esclusione sociale". Proprio per questo l'invito della Confindustria deve essere diretto anche al Parlamento: un invito bipartisan che veda centrodestra e centrosinistra lavorare insieme per il Paese.

Le riforme da affrontare Al nuovo governo la Marcegaglia ha elencato alcune riforme indispensabili per l'Italia. Dalla riforma del sistema previdenziale all'attuazione del federalismo fiscale, fino all'introduzione di nuove norme sulla sicurezza: "Oggi non ci sono più alibi per non fare le riforme. C’è un governo chiaro, che ha vinto con ampia maggioranza. C’è una semplificazione politica straordinaria e la sinistra radicale è fuori dal Parlamento. Noi siamo molto determinati su questo e nei prossimi giorni incontreremo Berlusconi". E proprio sulla riforma delle pensioni la Marcegaglia ha insistito parecchio: già in passato la Confindustria aveva espresso la propria contrarietà all’abolizione dello scalone, portata a termine dal governo Prodi che costa al Paese 10 miliardi di euro. Per il presidente designato di Confindustria, quindi, il tema delle pensioni, anche "se non è in cima all’agenda politica", rimane "significativo". "Il welfare - ha concluso - in Italia è infatti completamente sbilanciato a favore delle pensioni".

L'invito ai sindacati Proprio in vista delle riforme da mettere sul tavolo, la Marcegaglia ha chiesto alle parti sociali di "cambiare profondamente" e "interpretare con chiarezza il mutato contesto sociale reso più evidente e ineludibile dal voto del 13 aprile". Per Confindustria, d’altra parte, "servono negoziati moderni che devono poter condirre a risultati entro tempi ragionevoli. Alla Triplice non ha, comunque, mancato di riviolgere alcune critiche: "Dobbiamo finirla con i riti estenuanti e inconcludenti: l’interdizione e i disaccordi interni tra le sigle sindacali sono diventati un costo che non possiamo più permetterci".

E tecnicamente ha indicato la strada: "Negoziare un forte alleggerimento economico e normativo del contratto nazionale; semplificare drasticamente il numero e il contenuto dei contratti di primo livello; cambiare le regole d’impiego del lavoro che sono troppo rigide e scoraggiano gli investimenti".

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