Maria Anna Donati

Nacque nel 1848 a Marradi, in provincia di Firenze. Si sentì subito attratta dalla vita religiosa e pensò di chiedere l’ammissione, per un periodo di prova, tra le monache Vallombrosane. Ma l’esperienza si concluse con un nulla di fatto e la Donati tornò a casa. Però la voce del chiostro era sempre forte. Così, si mise sotto la direzione spirituale del padre scolopio Celestino Zini e, grazie all’aiuto di questi, comprese di essere chiamata a fondare una nuova famiglia religiosa. Nacque così, nel 1889, la congregazione delle Figlie Povere di San Giuseppe Calasanzio, le cui suore furono poi dette «calasanziane». La fondatrice assunse il nome religioso di Celestina della Madre di Dio in onore di chi l’aveva illuminata. Le calasanziane dovevano occuparsi dell'educazione delle bambine povere e dei figli dei carcerati. I problemi di una nuova fondazione, che (come tutte) partiva senza un soldo, erano molteplici. Ma l’appoggio dello Zini, nel frattempo diventato arcivescovo di Siena, contribuiva ad appianare molte difficoltà, anche di ordine burocratico. Solo che nel 1892 questi morì e la Donati si ritrovò con tutto il peso dell’opera sulle spalle. Riuscì comunque, pur vivendo sempre in mezzo ai debiti, a espandere la sua creatura in tutta la penisola e ad aprire una casa a Roma.

Campò di pane (poco) e Provvidenza fino al 1925, anno in cui morì a Firenze. Ora, poiché è cominciata la Settimana Santa, voglio segnalarvi un prezioso libretto: la Via Crucis commentata dal pensatore cattolico Plinio Corrêa de Oliveira (richiedetelo a Luci sull'Est, via Savoia 80, 00198 Roma).

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