Piera Anna Franini
Blitz sulle punte, ieri, alla Scala. Al termine della conferenza stampa di presentazione della stagione di balletto 2016-2017, una cinquantina ballerini sono intervenuti chiedendo un incontro con il sovrintendente Alexander Pereira. La stagione sarebbe troppo sbilanciata, a loro dire. Lamentano la scarsa presenza, o concentrazione in un solo periodo, quello estivo, dei titoli classici: quelli che disegnerebbero l'identità del Corpo di ballo scaligero. È una questione ideologica ma ancor prima fisica, rimarcano, nel senso che la ridotta frequentazione del repertorio classico andrebbe poi a inficiare la forma fisica del ballerino - dopotutto - di danza classica. Partenza, insomma, faticosa per il nuovo direttore del Corpo di Ballo della Scala, Mauro Bigonzetti (Roma, 1960), in carica da marzo. Già al suo insediarsi dovette difendersi: «Ho letto che avrei distrutto la tradizione di questo teatro, calpestando la storia della compagnia. Vorrei sfatare tutto questo: non è la verità», chiarì. È la prima volta che alla Scala la direzione della compagnia non è affidata a un ex ballerino bensì a un coreografo, tra l'altro amante del contemporaneo. Parte del Corpo di ballo subito tremò. Del resto, la scelta di Bigonzetti risponde a una strategia di Pereira che sta dedicando al balletto attenzioni che in passato, o almeno nel passato più recente, sono state disattese. Pereira si difende sfoderando i numeri. La stagione 2016-2017 vede un aumento dei titoli, che saranno sette, con quattro creazioni: una nuova Coppélia in apertura di stagione, con la firma di Bigonzetti. Quindi una nuova Shéhérezade e La Valse, «progetto coreografico che verrà affidato ad alcuni artisti del balletto scaligero, sotto la mia supervisione» (Bigonzetti). Dopo il Giardino degli amanti su musiche di Mozart, in scena lo scorso aprile, per l'anno prossimo il progetto di danza su musica da camera è dedicato a Händel. Sette titoli in cartellone, ma nove i balletti poiché in due casi si tratta di due balletti a serata. Oltre alle nuove produzioni, Petruka e Le sacre du printemps, è previsto un classico come Sogno di una notte di mezza estate di Balanchine e Romeo e Giulietta di MacMillan. Infine il Lago dei cigni di Ratmansky, in coproduzione con Opernhaus Zürich. Pochi classici, appunto, e per di più - ancora i ballerini insorti - concentrati nei mesi estivi. Capiterà che nella buca d'orchestra arrivino direttori di classe, come Zubin Mehta, Paavo Järvi e Michail Jurowsky. Fra le stelle, attesi Roberto Bolle e Svetlana Zakharova (per il progetto Haendel).
Date le premesse, cosa aspettarci l'anno prossimo? Oggi dovrebbe tenersi l'incontro richiesto con il sovrintendente. Che fa notare i numeri in ascesa, le nuove produzioni, le recite da 60 a 90 e l'aumento delle tournée all'estero. Numeri che non sono bastati a convincere i ballerini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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