Cronaca locale

Calhanoglu, Sensi, Biasi. Presi i ladri acrobati specializzati in case vip

Furti da centinaia di migliaia di euro nelle abitazioni degli interisti e dell'influencer

Calhanoglu, Sensi, Biasi. Presi i ladri acrobati specializzati in  case vip

Ai furti, prima e dopo il fallo di Iuliano su Ronaldo del 1998, l'Inter e gli interisti sono abituati. Questo callo non aveva reso meno doloroso il fatto che le abitazioni di due giocatori nerazzurri venissero presi di mira, a distanza di poco tempo, dalla stessa banda di ladri. Una coincidenza che aveva persino fatto sorgere il sospetto che la banda avesse a disposizione una «talpa» che indicava le residenze private dei calciatori.

Invece era solo un caso, per quanto singolare. E ieri la Squadra Mobile di Milano arresta due dei responsabili dello svuotamento delle abitazioni di Hakan Calhanoglu e di Stefano Sensi. Per ulteriore coincidenza, si tratta di giocatori che ricoprono più o meno lo stesso ruolo: senza grande fortuna Sensi, che dopo due anni costellati di infortuni è stato ceduto alla Sampdoria; con più smalto Calhanoglu che, arrivato a parametro zero dal Milan, sta dimostrando tutto il suo valore, rimasto incompreso sull'altra sponda.

A distanza di pochi mesi, tra dicembre dell'anno scorso e il marzo 2022, erano stati presi di mira prima la casa di Sensi in via Joe Colombo, dietro Porta Nuova, poi la abitazione di Calhanoglu in via Traiano. Il primo colpo era riuscito, e dall'appartamento erano spariti gioielli e borse per duecentomila euro. Il bis a casa Calhanoglu invece era fallito, perchè una Volante di passaggio aveva adocchiato il «palo», e aveva bloccato lui e i complici in possesso di arnesi da scasso.

Ma la banda non era nuova a imprese ai danni di persone in vista. Pochi mesi prima, a ottobre, era stata svuotata la casa in corso Venezia di Chiara Biasi, influencer con centinaia di migliaia di seguaci. La Biasi aveva descritto poi con toni accorati il trauma subito: «Mi sento avvilita e delusa. Non auguro a nessuno la sensazione che ho provato quando ho aperto la porta di casa. Si sono portati via un pezzo della mia vita intera, ricordi cui tenevo morbosamente per il calore sentimentale che io attribuivo a ognuna delle mie cose. Rabbrividisco da quando ho ripreso conocsenza». Il grido di dolore della Biasi aveva rilanciato le polemiche sulla sicurezza a Milano e in particolare sulla piaga dei furti negli appartamenti, in larga parte impuniti.

Ma stavolta è andata diversamente. Di fronte alla pervicacia della banda, il cui modus operandi sembrava costante, la Squadra Mobile diretta da Marco Calì, sotto la guida del settimo dipartimento della Procura, ha stretto progressivamente il cerchio intorno a una organizzazione di ladri-acrobati con passaporto croato, basata nel campo nomadi di via Monte Bisbino. La richiesta di custodia in carcere spiccata dalla Procura è stata accolta dal giudice, e ieri mattina la Mobile è andata a catturare due dei ladri nella loro base. Lì, a conferma del quadro indiziario, sono saltatati fuori gioielli e altri beni di lusso provenienti da furti. Ma a incastrare i «ladri dei vip» aveva già provveduto la prova genetica: durante il furto a casa di Stefano Sensi uno della banda si era tagliato, e dal sangue trovato sulla scena è stato possibile risalire al Dna schedato nella banca dati degli ex detenuti. Importante anche il ruolo delle telecamere di sorveglianza, che hanno documentato le spericolatezze dei ladri.

Che a quanto pare per individuare le vittime tenevano sotto controllo i loro profili sui social: dove incautamente rendevano noti i loro spostamenti e le loro abitudini.

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