Coronavirus

"Continuano i contagi, il dato più preoccupante è la terapia intensiva"

L'assessore Gallera: "Allarme per i 500 ricoveri al giorno Da oggi in corsia 151 medici e infermieri"

"Continuano i contagi, il dato più preoccupante è la terapia intensiva"

È un bollettino di guerra quello che anche ieri ha diffuso l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera dall'unità di crisi di Palazzo Lombardia. Continuano a crescere i contagi, che ieri avevano raggiunto quota 7280, ovvero 1489 casi in più rispetto al giorno precedente, anche se «bisogna tenere conto - ha spiegato l'assessore in trincea - che i nuovi dati includono i tamponi processati solo nella tarda serata di martedì. Ecco perché ieri erano stati segnalati solo 300 nuovi casi».

Il dato che preoccupa dirigenti, medici, tecnici è la costante crescita dei lombardi che vengono ospedalizzati, un incremento che risulta costante da tre giorni, pari a 500 ricoveri al giorno, raggiungendo quota 3.852 martedì sera. «Un numero enorme» commenta Gallera. Anche perché questo significa, e qui il dato che desta maggior allarme, l'aumento dei pazienti in terapia intensiva, 560 complessivi, 94 in più in sole 24 ore. A oggi sono disponibili 610 posti letto dedicati ai pazienti Covid che necessitano di respirazione assistita, intubamento o chip up ovvero i caschetti per la somministrazione dell'ossigeno. «I nostri operatori - racconta l'assessore - vanno anche di notte a ritirare i macchinari sanitari appena usciti dalle aziende, per recuperare più ausili possibili indispensabili alla cura in breve tempo, e negli ospedali si cerca ogni angolo disponibile per poter montare un attacco per l'ossigeno e un respiratore. Questa è la situazione degli ospedali che stanno raggiungendo il limite, soprattutto in alcuni territori come la provincia di Bergamo (1815 casi rispetto ai 537 dell'ultima settimana) e quella di Brescia (1351 contro 155) che vedono un continuo affluire di persone ai pronto soccorso. Nel milanese si registrano 925 casi rispetto ai 361 dell'ultima settimana.

Guai a dire che «negli ospedali circolano linee guida che indicherebbero quali categorie di pazienti o fasce di età andrebbero privilegiate. I nostri professionisti compiono ogni sforzo umano per curare al meglio tutti e cercare di salvare tutte le vite umane» ribadisce Gallera.

Il 20 febbraio, giorno in cui è scattata l'emergenza, si contavano 724 posti per le terapia intensiva, al netto di quelli specialistici, si è passati a 223 in più nelle ultime due settimane e a nuovi 43 letti nelle ultime 48 ore arrivando a quota 920. «Ne apriremo altri 150 in settimana, mentre stiamo valutando le prime azioni massicce come sfruttare spazi extra ospedalieri come la fiera di Milano o altre location dove sistemare le terapie intensive, la nostra collaborazione con la Protezione civile è costante» conclude il titolare al Welfare. Infine un apprezzamento per il «comportamento dei lombardi, che forse hanno iniziato a prendere consapevolezza dell'emergenza». Nel frattempo il governatore Fontana è impegnato con il vicepresidente della Regione Sala e l'assessore al Bilancio Caparini nel confronto con il governo per la stesura di un decreto che «rallenti il cuore della Lombardia, senza fermarlo.

Questa è una battaglia che possiamo vincere solo insieme».

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