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Decolla il primo volo Ryanair (e parte il futuro di Malpensa)

Il primo volo di Ryanair da Malpensa, partito ieri mattina per Siviglia, rappresenta molto di più dell'esordio di una compagnia: è la testimonianza di quanto stia cambiando il trasporto aereo. Erano almeno dieci anni che, ciclicamente, la Sea e la low cost irlandese «si parlavano» e l'accordo ora raggiunto è il frutto di un'evidente evoluzione di questo settore.Ryanair, dopo anni di crescita energica e costante in tutta Europa, ha pressoché esaurito le potenzialità dei piccoli aeroporti, e per mantenere i suoi ritmi di sviluppo ha bisogno dei grandi scali, che finora erano rimasti marginali. La Sea, da parte sua, si è resa conto che il futuro di Malpensa dovrà portare la matrice low cost, se è vero come stimano i costruttori di aerei che tra dieci anni in Europa il 60% dei posti offerti apparterrà a questa categoria, il 40% di Ryanair e il 20% di Easyjet. Da una parte, dunque, «una maturazione del business» - come ammette Jhon Alborante, direttore commerciale per l'Italia di Ryanair - e dall'altra la percezione di un grande cambiamento di mercato, hanno portato a una convergenza che finora non c'era stata. Anche certe asperità del passato legate alle tariffe aeroportuali (Ryanair ha sempre avuto una fama ricattatoria nei confronti degli aeroporti di cui era cliente) si sono smussate e hanno permesso un dialogo più proficuo.L'avvio dell'attività a Malpensa avviene con un aereo basato sullo scalo e 28 rotazioni settimanali; oltre a Siviglia, voli verso Londra, Bucarest, Comiso. «L'obiettivo del primo anno è trasportare 450mila passeggeri; nel 2016, quando la flotta crescerà da 320 a 340 aerei, si potrà pensare a nuove destinazioni» dice Alborante. Interessante sarà capire se l'arrivo di Ryanair provocherà qualche conseguenza all'attività di Easyjet, basata al terminal 2 e oggi prima compagnia a Malpensa. Solo in 30 aeroporti europei (sui 198 serviti da Ryanair) sono presenti entrambe le low cost. Il rapporto è di vigile concorrenza, ma non si può non ricordare che a Roma, quando Ryanair si è spostata da Ciampino a Fiumicino, Easyjet, che operava tradizionalmente su questo scalo, si è progressivamente disimpegnata. Ufficialmente per ragioni diverse, ma resta il sospetto che la vera motivazione stesse nel confronto diretto con la low cost più grande e aggressiva.L'ex hub di Malpensa oggi è orfano del breve e medio raggio, nel quale la Sea ha tutto l'interesse di rafforzare l'offerta. Il passo successivo potrà essere quello di mettere in connessione le compagnie europee e intercontinentali per favorire lo sviluppo del traffico. Potrebbe essere il nuovo modello di hub, quello che la società aeroportuale sta già praticando con il progetto ViaMilano: qui è l'aeroporto a farsi carico delle connessioni, ma il futuro potrà essere quello di rapporti diretti tra compagnie. «A Dublino si comincia a dialogare per alimentare con i nostri voli a breve quelli a lungo di Air Lingus» rivela Alborante. E' il cosiddetto «feederaggio». «Non escludiamo questo scenario a che per Malpensa». Sarebbe una rivoluzione. Sottolinea il manager: «Riempiamo gli aerei al 90%, questo vuol dire che siamo una grande occasione di business per chi deve riempire aerei più grandi per la lunga distanza». Infine, c'è il tema Bergamo. Ryanair a Orio movimenta 9 milioni di passeggeri all'anno e opera l'80% dei voli. Lo sbarco a Malpensa rischia di modificare vecchi equilibri, anche considerando che Sea e Sacbo stanno trattando la loro fusione. Alborante smorza ogni polemica: «Il nostro rapporto con Bergamo è ottimo ed essere presenti anche a Malpensa non modificherà nulla.

Piuttosto, siamo contrari per principio alla nascita di monopoli, che danneggiano la concorrenza. Se avremo la sensazione che l'obiettivo è questo, agiremo di conseguenza». Ma intanto le trattative Milano-Bergamo rallentano. Si deciderà non prima dell'elezione del nuovo sindaco.

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