E dopo 93 tentativi sfrattato l'inquilino con il debito record

Tra affitti e spese non pagate dal 1982 doveva ad Aler più di 200mila euro

Chiara Campo

E al 94esimo tentativo di sfratto, Aler riuscì a recuperare l'alloggio popolare per una famiglia in crisi. Sembra quasi una storia a lieta fine, è la chiusura di un caso di sopruso che durava da trentaquattro anni. Quasi incredibile. Ieri mattina C.B. è stato sgomberato definitivamente dall'appartamento di viale Cà Granda, assegnato nel '78 al padre e alla madre, con cui viveva e a cui è subentrato quando sono scomparsi. Di soldi, le vecchie aziende che hanno gestito le casi popolari del Comune in passato fino ad Aler, ne hanno sempre visti pochi. Quasi nulla. Nel 1982 è scattata una pratica legale, allora nei confronti del padre ed ereditata dal figlio. Tentativi ripetuti di riscuotere l'affitto e le spese condominiali, tutti andati a vuoto. Dagli anni Ottanta ad oggi la famiglia ha versato cifre esigue, tanto che la morosità negli anni è cresciuta fino alla cifra record nel marzo del 2015 di 150.374,15 euro. É allora che Aler ha deciso di usare le maniere più forti e ricorrere al decreto ingiuntivo. Tra affitto, spese accessorie e interessi, il tribunale ha emesso un'ordinanza che dovrebbe costringere l'inquilino moroso a restituire ad Aler la bellezza di bellezza di 206.127,48 euro. L'uomo è un dipendente di Metropolitana Milanese, l'azienda a cui - ironia della sorte - l'ex giunta Pisapia ha affidato in gestione una porzione del patrimonio popolare, sottraendolo proprio ad Aler. Non quello di viale cà Granda, le grane sono dell'azienda regionale.

Dallo scorso agosto, quando è scattato il pignoramento stabilito dai giudici, dalla busta paga dell'uomo viene trattenuto un quinto dello stipendio, 100 euro. Possibile che la cifr sia così bassa? Possibile sì, perchè ha già un altro pignoramento in corso e tra deleghe d pagamento e cessione di un'altra quota, quello che resta da prelevare per legge è pochino. E il prelievo coatto non pare averlo spaventato: ha continuato a non pagare affitto e spese e la morosità è crescuta di altri 20mila euro. Prima di andare ieri a segno, negli anni ci sono stati altri 93 tentativi di sfratto, ma ogni volta sorgeva una difficoltà. Ad ogni blitz programmato comparivano prontamente i rappresentanti dell'Unione Inquilini (a cui l'uomo è iscritto) e altre persone a opporre resistenza agli agenti e all'ufficiale giudiziario. É successo anche lo scorso 14 luglio, quando anche un medico ha dato parere positivo allo sfratto. L'inquilino soffre di una forma critica di osteoporosi ma non si è mai preoccupato di certificare la sua invalidità.

E pur con tutti gli scrupoli del caso, l'azienda ha verificato che usava l'alloggio solo saltuariamente, si era trasferito a Garbagnate nel 2000 e nel 2013 durante un sopralluogo ha trovato frigo spento, zero effetti personali, energia elettrica staccata. Passerà le chiavi a un'altra famiglia in difficoltà.

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