«Il cane fa il cane, ma è il padrone che deve fare il suo dovere». Non usa mezzi termini il responsabile delle Guardie ecologiche volontarie (Gev) per il Municipio 1, Christian Giana. E per dovere s'intende applicare la buona educazione che alla fine può riassumersi in due regole basiche: raccogliete le deiezioni dei vostri pet e teneteli sempre al guinzaglio per due motivi, ovvero l'igiene e la sicurezza. A fare due chiacchiere sul bon-ton dei bipedi oltre a Giana ci sono le signore Manuela e Mariangela, Gev in zona 1 da 15 anni. Con loro, divise per i nove Municipi, altre 190 guardie volontarie che aumenteranno col nuovo bando (chiuso il 10 gennaio) e che ha già visto un centinaio di persone iscritte, tutte appassionate di natura con un forte senso civico.
«Con il nuovo regolamento informa Giana è obbligatorio avere anche con sé anche la museruola e non solo quando si entra in metropolitana o sui mezzi pubblici mentre per i cani sciolti, la multa prevista è di 120 euro». Ma le Gev, che controllano il territorio sempre in coppia, sono così inflessibili o c'è una possibilità di mediazione? «Il nostro obiettivo spiega Manuela - è quello di educare, richiamare e poi sanzionare». Ma se la raccolta delle deiezioni, almeno in zona 1, è migliorata quello che ancora non va sono i cani sguinzagliati soprattutto nei parchi perché «Fido deve sgambare» e le numerose aree dedicate non sono ritenute abbastanza idonee. «Si è appena rotto (il guinzaglio, ndr), il mio cane è buono e non fa niente» racconta divertita Mariangela quando elenca le scuse degli umani colti col guinzaglio in mano, ma la migliore la racconta il responsabile delle Gev «riconosco che ho sbagliato, ho già pagato, ma con tutti i problemi grossi che ci sono dovete venire proprio da noi?».
Invece le scuse per le deiezioni non raccolte sono «l'ho appena usato (il sacchetto, ndr), lo vado a prendere all'area». E nelle aree, ricordano tutte e tre, c'è l'obbligo assoluto di raccolta. Ma come sono percepite le Gev? «Ci sono proprietari spiega Giana che ci vedono con piacere, ci fanno critiche costruttive, altre che invece fanno fatica ad accettare il richiamo». Un po' come Fido quando è sguinzagliato.
In alcuni parchi della città esistono però delle aree cani segnalate, ma non cintate e così a volte può accadere, come al Parco delle Cave, che nella bella stagione la gente si sdrai nell'area cani senza rendersene conto per poi inveire se Fido va trotterellando verso di loro ad annusare il panino. «Sì, ci sono aree non cintate chiarisce il responsabile - : oltre al Parco delle Cave ci sono i Giardini Montanelli, invece al Giardino della Guastalla, al Parco delle Basiliche e alla Conca del Naviglio i cani possono girare liberi in determinati orari, ma i cartelli non ci sono, al momento è la voce dei padroni che passa l'informazione». Un problema serio sono i bocconi avvelenati. Manuela racconta che qualche tempo fa aveva scattato una foto a del riso abbandonato nel prato dei giardini di via Quadronno adiacenti ad una scuola primaria che è risultato essere... fosforescente: era riso alla stricnina! «Il fatto era molto pericoloso conclude Manuela - perché quel riso poteva essere toccato e ingerito da qualche bambino con le conseguenze che possiamo immaginare...». E se non bastassero i classici bocconi avvelenati, un altro pericolo può essere l'ingestione di droghe, specie oppiacei, come accaduto quasi un anno fa nell'area cani del Parco Sempione. Le Gev non si occupano solo di cani&padroni, ma anche di ordine pubblico e di mancanza di senso civico come l'abbandono di rifiuti o gli atti vandalici.
Un capitolo a parte merita la fauna selvatica autoctona e non: così si scopre della famiglia di gufi in zona 7, dei pappagalli ai Giardini Montanelli e delle tartarughe acquatiche dei Giardini della Guastalla abbandonate dai proprietari. Se notate attorno ai cestini dell'immondizia non incolpate subito i maleducati: può essere stato un lavoretto delle cornacchie grigie che tirano fuori i rifiuti dai cestini. Ma questa non è una scusa. Parola di Gev.
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