Cronaca locale

È già pronto il piano per smontare San Siro. Ma i Verdi sfidano Sala

Il 99,6% del materiale sarà riciclato. I contrari: "In aula ci saranno sorprese"

È già pronto il piano per smontare San Siro. Ma i Verdi sfidano Sala

Beppe Sala giorni fa ha fatto (di nuovo) infuriare comitati salva-Meazza e il pezzo più ambientalista della sua maggioranza che si oppone la progetto del nuovo stadio di Milan e Inter. «Il dibattito pubblico è nelle fasi finali e dopo questo la giunta dovrà esprimersi. Io credo che il nuovo stadio si farà ma sarà necessario abbattere il Meazza. Per rientrare nell'investimento le squadre devono fare commerciale, uffici». Va liberato quindi lo spazio attualmente occupato dall'impianto storico. Il comitato «Sì Meazza» ha polemizzato, («a cosa serve spendere 300mila euro dei cittadini per il dibattito pubblico se Sala ha già tratto le conclusioni?») e il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi ha sfidato Sala a contarsi in aula: «Pessimo, questo intervento delegittima il dibattito in corso. L'operazione è solo un regalo ai club e danneggia la città. E siccome ci sarà poi una votazione finale in Consiglio comunale, se tutti i consiglieri che hanno parlato con noi in queste settimane terranno la posizione, ci saranno delle belle sorprese». Tra i contrari ci sarà ancora una volta il Pd Alessandro Giungi: «Sono sempre più convinto che l'interesse pubblico in questa operazione immobiliare non ci sia. Confermerò il mio voto negativo».

Intanto è già pronto e documentato con una video-simulazione 3d il piano per eliminare ogni traccia del Meazza. I club lo hanno presentato durante il dibattito pubblico, anche per smentire i timori di ambientalisti e residenti sui danni prodotti dal cantiere. L'ad della società Despe (la ditta di demolizioni incaricata), Stefano Panseri, ha spiegato innanzitutto che bisognerà scordarsi demolizioni con «collasso» immediato, prodotte con esplosivi o mezzi meccanici. Il Meazza sarà «decostruito» un pezzo alla volta - in pratica il processo all'inverso della costruzione -, con un sistema che permette di «masticare» e frantumare il cemento armato fino allo schiacciamento. Vanno limitati tre effetti collaterali: polveri, rumori e vibrazioni. Si comincia con escavatori tradizionali per domolire il primo anello. Per attutire le polveri vengono montati cannoni con acqua nebulizzata mista ad aria compressa tra il secondo e il terzo anello (cannon fog) e degli «acchiappapolvere» (dust busters), pompe che portano acqua nebulizzata in altezza per limitare ulteriormente la diffusione. Per ridurre i rumori, vietati mezzi a percussione (o martelloni idraulici), saranno usati solo mezzi a schiacciamento con «pinze meccaniche». Per decostruire il secondo anello entreranno in campo i carri gru con braccio alto trenta metri: potranno sollevare, smontare e mettere a terra i componenti pià alti. Oltre i 30 metri, si eviteranno crolli e cadute di macerie. «Non è più sicuro a quel punto far cadere materiale dall'alto, quindi entrano in campo grandi autogru. Smonteranno e porteranno a terra gli elementi prefabbricati delle gradinate» spiega Panseri. Anche le torri secondarie non portanti saranno decostruite. Rimane lo scheletro delle quattro torri principali con la copertura. «A questo punto abbiamo lo spazio per poter calare le travi -sintetizza -. Monteremo sistemi idraulici (in giallo nell'immagine, ndr.) per portarle da 52 metri di altezza fino a terra. E una volta in basso smonteremo anche quelle». In città ci sono già grandi esempi di decostruzione a pochi metri da edifici abitati: è il caso delle torri di via Tofane o dell'edificio di via Gioia 22, vicino al grattacielo della Regione. «Si può recuperare il 99,63% del materiale - assicura l'ad -: il calcestruzzo separato viene mandato in centri appositi per il riciclo. Nella peggiore delle ipotesi concorre ad operazioni di riempimento quali piazzali o altre opere stradali, nella migliore torna ad essere calcestruzzo utilizzabile. Il ferro viene portato in acciaierie per essere nuovamente fuso e utilizzato. Pochissimi componenti, come il cartongesso degli spogliatoi o la plastica dei seggiolini, non saranno riciclati». Lucio Visentini, ad e fondatore di Concrete Acoustics, rassicura invece i residenti sulla riduzione dei rumori del nuovo stadio, realizzato sull'area oggi a parcheggio: «La nuova area prevista per lo stadio diminuirà il traffico e il nuovo stadio sarà diverso da quello odierno, e anche questo avrà implicazioni sul livello di rumore.

L'inclinazione verticale sarà estremamente inferiore e ospiterà all'interno le strutture di ristorazione e merchandising».

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