L'arte di Villa Panza, gioiello del Fai

Primo weekend per la nuova mostra dell'irlandese Sean Scully

Marta Calcagno Baldini

Una villa intera e giardino a disposizione di Sean Scully (1945 Dublino), l'artista irlandese di nascita e americano d'adozione. Dallo scorso 18 aprile al prossimo 6 gennaio in Villa Panza, in piazza Litta 1 a Varese, il Fai-Fondo Ambiente Italiano presenta la personale del maestro di un astratto che in realtà si ricollega alla realtà: «Trasformare il nulla in qualcosa è più interessante che trasformare qualcosa in qualcos'altro». Dove il nulla, per questo pittore che si sposta tra gli Stati Uniti, il Marocco, l'Inghilterra e la Germania, è anzitutto la linea pittorica astratta: «le strisce non significano nulla, ma sono direzionali. Sono forme, ma direzionali». Una specie di alfabeto della linea: «delle strisce strette verticali e delle strisce ampie orizzontali creeranno una diversa storia: allora le strisce orizzontali esprimeranno calma e tranquillità». La mostra, a cura di Anna Bernardini, anche Direttore della Villa e della Collezione Panza che qui è raccolta, riunisce 80 lavori di Scully realizzati tra il 1970 e il 2019. Seguendo un percorso cronologico e tematico, di sala in sala e nei diversi piani e ambienti della Villa si vedono opere dell'artista delle linee, insieme a quelle degli altri pittori novecenteschi che qui sono conservate in quanto appartenenti alla Collezione Alessandro Panza di Biumo. Dal 2012, infatti, il Fai con il JTI (Japan Tobacco International) valorizza le opere qui riunite, organizza mostre tematiche e acquisisce nuovi lavori. Oltre alle «super-griglie» che Scully realizzava nei primi anni Settanta, visioni labirintiche in acrilico su tela, in mostra anche i dipinti a olio realizzati tra il 1981 e il 2005. Seguono i lavori della serie «Passengers», tra il 1999 e il 2004, che partono dalle fotografie (anch'esse esposte) che il pittore scatta in spazi esterni e a cui s'ispira poi per i suoi quadri. Le stampe, tra il 1994 e il 2005, documentano alcuni dei viaggi compiuti dall'artista, fino alla sequenza di dipinti a olio su lino o alluminio al piano terra, intitolata «Wall of Light», che si trova nella rimessa delle carrozze, e la serie «Madonna», iniziata da Scully nel 2018 come reinterpretazione contemporanea della relazione tra padre e figlio.

Ecco quindi che, dopo aver girato tra i saloni e il parco tra opere di Scully e della collezione (una parte consistente della villa è dedicata a Dan Flavin, artista americano delle sculture luminose), la mostra si conclude nella serra, con un'opera realizzata ad hoc per Villa Panza: «Looking Outward» sono dei vetri colorati che l'artista ha inserito nella parete, sempre di vetro, e che qui rimarranno, in un lavoro che crea armonia tra le opere contemporanee e la Villa, oltre che tra gli artisti scelti da collezionare.

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