Il Coordinamento dei centri islamici di Milano punta in alto. Vuol diventare un modello per le altre comunità musulmane locali d'Italia e l'ossatura di una nuova «grande organizzazione islamica italiana». I volti più noti del Caim hanno in questi giorni una grande visibilità mediatica. E questo accresce il loro «appeal» sulle associazioni di mezza Italia come conferma la nascita di un «Caim» nel Lazio. Una conferma è arrivata poi dal giorno dei cortei post-Parigi, con imusulmani di Milano e Roma schierati contro il terrorismo al grido di «Not in my name». A Milano c'erano quasi cento associazioni (anche se poi al presidio hanno partecipato appena 500 persone). E Milano ha aggiunto, rispetto alla piattaforma romana, il tema delle moschee. La scelta di una manifestazione diversa e i toni di piazza San Babila segnalavano già un dualismo.
Ora il coordinatore Caim, Davide Piccardo dice: «Sento fortissima l'assenza di una grande organizzazione islamica nazionale che ci rappresenti e difenda i nostri diritti, che lotti per il riconoscimento della nostra comunità e che lo faccia a partire dai musulmani, coi musulmani e per i musulmani. Moltissimi di noi si sentono orfani. Vi propongo di cambiare, vi propongo di costruirlo insieme questo soggetto».«Una nuova grande associazione islamica nazionale»
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