Cronaca locale

Salone del Mobile a rischio rinvio. Oggi si riunisce il cda per valutare

Molti operatori stanno spingendo per lo slittamento a settembre

Salone del Mobile a rischio rinvio. Oggi si riunisce il cda per valutare

La linea ufficiale (almeno per ora) è quella che compare sul sito internet dell'evento: «Vi aspettiamo alla 59esima edizione del Salone del Mobile di Milano dal 21 al 26 aprile». Le date confermate sono ancora le stesse. Dietro le quinte, i contatti tra gli organizzatori e gli operatori che da varie zone d'Italia chiedono di rinviare la manifestazione sono frenetici. E oggi è convocato il cda, al termine si conoscerà una linea più precisa. Già a metà febbraio, quando l'emergenza Coronavirus non aveva ancora sfiorato l'Italia, si parlava di un calo atteso di 30-35mila visitatori dai Paesi asiatici su un totale di 220-250mila. Ora fare previsioni serie è impossibile. Gli organizzatori navigano a vista, secondo i rumors la kermesse potrebbe slittare a settembre, come viene richiesto da molti espositori che devono sostenere costi ingenti per partecipare ed erano già fortemente preoccupati per l'assenza dei buyer cinesi. Confapi Matera giorni fa chiesto ufficialmente «il rinvio della più importante fiera internazionale del settore». L'ipotesi dunque è sul tavolo, ci saranno ulteriori valutazioni oggi e un confronto con Regione e Comune.

Dopo lo stop alla fiera degli occhiale Mido, il rinvio dell'edizione 2020 di Connext di Confindustria e il salone del verde «Myplant&Garden» previsto a Rho-Pero da domani a venerdì, continuano le cancellazioni di eventi. Rinviate a data da destinarsi «Fà la cosa giusta» e «Filo». Annullata la «B2B Marketing Conference» in programma il 27 in Assolombarda. E salta pure l'evento programmato dalla Cia Agricoltori italiani per giovedì su «L'alta qualità del Made in Italy agricolo nei menù dei ristoranti cinesi».

E Chinatown continua a subire il colpo della psicosi Coronavirus. Il delegato dei commercianti cinesi in Confcommercio, Francesco Wu, ieri ha riferito che «moltissime attività a gestione italo-cinese a Milano e in particolar modo in zona Sarpi hanno iniziato a chiudere fino a quando la situazione generale non migliorerà.

C'è chi lo fa per mancanza di clientela, chi per precauzione e chi per entrambi i motivi» anche se si tratta di negozi che non sono sottoposti alle restrizioni imposte dall'ordinanza regionale.

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