Cronaca locale

Stadio, prime "crepe" nella squadra di Sala. Sgarbi: "Non si tocca"

No all'abbattimento da otto consiglieri di maggioranza. Berlusconi: "Va tutelato"

Stadio, prime "crepe" nella squadra di Sala. Sgarbi: "Non si tocca"

«Le leggi si rispettano quindi il Meazza non si tocca...» Vittorio Sgarbi, neo sottosegretario alla Cultura scende in campo sull'abbattimento di San Siro. «La Sovrintendenza non darà nessun via libero perché il Meazza, anche se non ha il vincolo, è vincolato dalla sua data. Non si butta giù un'architettura del 1926, sarebbe come buttare giù l'Eur a Roma. L'unico modo per abbatterlo sarebbe che la sovrintendenza dica che non è importante ma questa autorizzazione non la darà mai. Farò una prescrizione precisa per rispettare il codice e, se occorre faccio fare un vincolo diretto. In ogni caso il vincolo c'è già, de facto».

Palla al centro e nuova puntata di una telenovela che ieri ha visto scendere in campo, oltre al sottosegretario alla cultura, anche alcuni consiglieri comunali. «Questo progetto è una devastazione ambientale- ha spiegato il capogruppo dei Verdi in consiglio comunale Carlo Monguzzi durante una conferenza stampa convocata a Palazzo Marino- Se cambia e diventa la ristrutturazione di San Siro e il recupero del quartiere a noi va benissimo, ma in queste condizioni assolutamente no. E poi perché si vota tra un anno? Si vota adesso, finito il dibattito pubblico».

Una posizione sempre meno isolata contro la linea del sindaco Sala che veder affiancarsi anche altri consiglieri unanimi nel contestare l'abbattimento del Meazza. Ma soprattutto esprime il dissenso, anche questo unanime, per quanto detto ieri dal sindaco. Riepilogando i passi del dibattito pubblico e dell'iter decisionale legato al futuro dello stadio e dell'area di San Siro, il primo cittadino ha infatti annunciato che la discussione in consiglio avverrà tra un anno, aggiungendo poi che «su un tema di questo genere» potrebbe non esserci la classica divisione tra centrodestra e centrosinistra», facendo cioè capire che il progetto potrebbe essere approvato anche con i voti di una parte di minoranza. «Non stiamo discutendo se dare l'Ambrogino al signore dell'edicola- spiegano i consiglieri contrari- stiamo discutendo del destino di Milano, non ci possono essere maggioranz diverse, la maggioranza è quella che ha eletto Beppe Sala sindaco di Milano». Alla conferenza stampa hanno partecipato 8 consiglieri di maggioranza - i verdi Francesca Cucchiara, Carlo Monguzzi e Tommaso Gorini, i dem Simonetta D'Amico, Alessandro Giungi, Rosario Pantaleo, Enrico Fedrighini della lista «Beppe Sala sindaco» e Marco Fumagalli della lista «Milano in Salute» e uno dell'opposizione, Enrico Marcora di Fratelli d'Italia. «Se il sindaco ritiene di avere il beneplacito del consiglio comunale con i voti della minoranza, probabilmente la sua maggioranza avrà dei grossi problemi per il futuro- ha spiegato Marcora- Io ritengo che lo stadio di San Siro debba rimanere anche nel caso di una realizzazione di un secondo». «Bene se si vota tra un anno in consiglio comunale - incalza Giungi - nel 2019 eravamo meno i contrari a questa operazione, adesso stanno aumentando i consiglieri contrari al progetto. Chissà tra un anno».

E sulla vicenda dell'abbattimento dello stadio arriva anche lo stop si Silvio Berlusconi: «Mi unisco al coro di protesta di esponenti della cultura, rappresentanti delle istituzioni, tifosi, semplici cittadini - si legge sui profili social del leader di Forza Italia -. Lo Stadio, con i suoi 70 anni di vita, dovrebbe essere tutelato e protetto; è parte della storia di Milano e della storia del calcio italiano. Abbatterlo significherebbe privare la città di un monumento, di un suo simbolo, di un suo elemento identificativo in Italia e nel mondo». E infine Matteo Salvini che, oltre ad essere il vicepremier, è anche ministro delle infrastrutture: «Palazzo Marino ha già fatto perdere troppo tempo a Milano, alle società e ai tifosi - ha commentato -.

Si scelga subito il nuovo San Siro, oppure si vada a Sesto».

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