"Tanto di cappello", viaggio nei copricapo tra la storia e la moda

Per tutto aprile la collezione del designer Alfonso Grassi, allestita dalla sua fidanzata

"Tanto di cappello", viaggio nei copricapo tra la storia e la moda

Duecento cappelli in tutto: «a casa li teneva in una parete che aveva progettato lui, e una parte in campagna». Certo, con una fidanzata («non ci siamo mai sposati per scelta») come Andy Pansera, storica e critica del design, tutta questa massa di copricapi sotto le mura domestiche non rappresentava un problema: «Era una sua passione - spiega -. Ce l'ha sempre avuta, e a me divertiva molto». L'uomo in questione è Alfonso F. Grassi, il designer classe 1943 che fino al 2014, anno della sua scomparsa, ha segnato la storia della cultura italiana, in particolare tra gli anni'60 e '90. Tutto l'archivio dello Studio Mid design/comunicazioni visive fondato nel 1964 da Grassi con Gianfranco Laminarca e Alberto Marangoni è stato donato al Centro Studi sulle Arti Visive (Casva), e in occasione di questa importante donazione la Casa Museo Boschi di Stefano ospita, fino al 28 negli spazi del Museo e dell'ex scuola di ceramica al pianoterra, la mostra Tanto di cappello, che raccoglie un'ottantina di copricapi appartenenti alla collezione di Alfonso Grassi (ingresso libero. Martedì-domenica ore 10-18, via Giorgio Jan 15).

Girando per le sale della Casa Museo, sempre aperta grazie ai volontari del Touring e per quelle della scuola di ceramica al pianoterra, si scoprono un'ottantina di copricapi della raccolta. A gruppi sono appesi agli appendiabiti progettati dello Studio De Pas D'Urbino Lomazzi, preziosi esempi del design italiano, e in parte sono esposti affianco alle fotografie di Giovanna Dal Magro, che nel 1994 ritrasse Grassi con indosso alcuni cappelli della sua collezione.

Il cuore della raccolta sono i «militaria», ovvero i cappelli da divisa: baschi, un cappello d'alpino, il vaira da bersagliere, il chepì dell'artiglieria da cavallo con la «criniera» nera, la lucerna dei carabinieri a falde larghe: «Li sceglieva lui in giro per il mondo - continua Pansera - e molti gli arrivavano in regalo. Anche io mi sono trovata a girare per San Paolo in Brasile a cercargli un cappello specifico che sapevo voleva».

Tutti copricapi da uomo, non mancano in mostra i tarabush degli ascari, i militari eritrei dell'Africa Orientale italiana (Grassi era nato nel 1943 ad Asmara in Eritrea), come i fez o le tachia di feltro rosso granata con fiocco. Mercoledì 17 alle 18.30, verrà presentato il volumetto L'Alfonso. Uomo, designer, artista dalle grandi passioni, voluto e curato da Andy Pansera con Pino Grimaldi.

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