Cronaca locale

Vie a "numero chiuso" o interi piazzali. Le proposte per un divertimento sicuro

De Chirico: "Diamo ai giovani più luoghi pubblici all'aperto"

Vie a "numero chiuso" o interi piazzali. Le proposte per un divertimento sicuro

Le istantanee di via Lecco, Navigli, corso Garibaldi lasciano a bocca aperta. Anche perchè dalla fine del lock down si sono ripetute tutti i week end, pioggia permettendo, in assoluto spregio del restringimento delle regole, dell'ordinanza anti alcol, delle sanzioni e degli appelli. Come se nulla fosse, come se non fossero morte migliaia di persone in questi mesi tragici, e come se l'epidemia fosse finita. Assessori, consiglieri, politici continuano a interrogarsi sulla possibili soluzioni, che non compromettano la libertà appena conquistata dai cittadini, nè penalizzino i gestori dei locali che finalmente hanno potuto riaprire, e che non possono essere considerati responsabili di quello che avviene sui marciapiedi.

«Le immagini di venerdì sera sono davvero incredibili. I tre mesi di lockdown sembrano non aver lasciato alcun insegnamento a una parte dei giovani milanesi - commenta Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia -. C'è da riflettere a livello sociologico, ma prima bisogna trovare soluzioni immediate. Impensabile vietare ancora la vendita d'asporto (che penalizzerebbe i gestori dei locali) oppure militarizzare la città. Sarebbe opportuno qualche accorgimento per scongiurare il dilagare delle feste clandestine anche in locali improvvisati e non attrezzati a garantire la sicurezza».

Tra le proposte avanzate quella di istituire «vie a numero chiuso», ovvero contingentare gli accessi nelle vie principali del divertimento: Navigli, corso Como, corso Garibaldi, Sempione, Brera, via Lecco. «Si entra solo mostrando la prenotazione in un locale o liberamente per un determinato numero di persone consentite nella via» propone De Chirico. In questo modo le distanze sarebbero garantite, ma si porrebbe forse il tema della «coda all'ingresso» della via.

Il senso del ragionamento è che non è pensabile impedire ai giovani di incontrarsi, ma più utile trovare spazi sufficientemente ampi e all'aperto per permettere il ritrovo ma in sicurezza, dai piazzali alle discoteche (ancora chiuse) che hanno grandi spazi all'esterno. «Meglio avere mille persone in un club con misurazione delle temperatura in ingresso e personale qualificato - spiega De Chirico - piuttosto che il triplo delle persone ammassate e senza controlli». Infine, per permettere ai giovani di divertirsi «vanno concessi ampi spazi (come il piazzale dello Sport davanti allo stadio) da dare in concessione ai baracchini di street food, che di solito all'esterno delle discoteche vendono alcolici senza molte regole».

La palla passa al sindaco, che ieri pensava all'ambiente.

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