Un weekend sotto la Mole nella capitale del cioccolato

Il periodo delle Feste è ideale per una visita ai celebri «maitre chocolatier», tra un gianduiotto e un «bicerin»

Un weekend sotto la Mole nella capitale del cioccolato

«Dopo di che, seguendo un'usanza quasi sacra delle famiglie torinesi quando si andava a fare la Comunione alla Consolata entrammo in una piccola bottega di cioccolataio, che era proprio davanti al Santuario. Sedemmo vicini sulle seggioline di vecchio cuoio, davanti al tavolino rotondo di marmo...Ah fragranza della cioccolata calda, fumante, spessa come una crema! Ah, il croccare dei fourrés e il loro lento sfaldarsi, inzuppati di cioccolata!». Grande il desiderio di provare anche noi, sull'onda della narrazione di Mario Soldati («La busta arancione»), le stesse sensazioni. Con un viaggio goloso pre-natalizio, andiamo alla scoperta dell'eccellenza del cioccolato torinese. Soldati non lo nomina ma si riferisce al Bicerin, storico (1763) locale che porta il nome della bevanda preparata con caffè, cioccolato e crema di latte, evoluzione della settecentesca «bavareisa». Qui si sono seduti scrittori, politici, attori dal Conte di Cavour a Susan Sarandon.

La piazzetta della Consolata è uno dei luoghi più raccolti e suggestivi di Torino, inconfondibile con il suo campanile romanico. Maria Consolatrice è la protettrice della città fin dai tempi del «Cieco di Briançon», il misterioso pellegrino che, guidato in sogno dalla Madonna, arrivato in città indicò il luogo dove si trovava nascosta una perduta immagine della Vergine. Ritrovato il ritratto, il cieco ritrovò la vista, proprio come la Vergine aveva predetto. Ogni 20 di giugno la città onora la sua protettrice. Torino è la città del cinema, ogni angolo è stato/è un set e il Museo del Cinema, all'interno della Mole Antonelliana, racconta questo e altro.

Ma Torino è anche la città della tentazione. E del cioccolato. Guido Gobino è forse il più famoso, di sicuro il precursore tra i moderni maitre chocolatier. L'azienda l'ha avviata Giuseppe nel 1964, ma con l'avvento di Guido, 1980, c'è stata la svolta. Le sue collezioni sono una sfilata di gusto, dal Tourinot, il gianduiotto di poco peso (5 grammi) ma dalla lunga intensità, poi replicato nella versione doppia (10 grammi), fino ai Vernuij reinterpretazione dei tipici cuneesi al rhum, con meringa e cioccolato extra bitter 75%.

Storico marchio del cioccolato torinese è Peyrano, già fornitore della Real Casa dei Savoia, mentre sotto i portici di via Sacchi, ecco un'altra storica bottega, Gustavo Pfatisch. Più che centenaria (1915), è famosa per i suoi antichi ma efficienti macchinari e per i Diamanti Arriba, cioccolatini dal guscio di cioccolato a forma di diamante ripieni di crema bitter con pezzetti di cacao. I suoi salatini e le tartine, poi, sono immancabili sui tavoli delle feste. I tartufi di cioccolato, in undici gusti diversi, invece, sono la specialità della Perla di Torino, giovane (1992) ma brillante pasticceria. Giovane anche Lorenzo Zuccarello, da 14 anni in corso Francia a Collegno, ma brillante. Alcune praline: Pop Rock Style, cioccolatino bianco con nocciole pralinate, granella di fave di cacao e insolito croccante; Oktober Fest, crema alla birra di castagne artigianale racchiusa da cioccolato fondente. Da provare i cioccolatini della Certosa e le tavolette «Mito Atzeco». Una sortita a Sud Ovest, s'impone. A None incontriamo la realtà Domori, l'azienda, ora nel gruppo Illy, nata dalla spirito visionario («Andare all'anima del cioccolato») e avventuroso di Gianluca Franzoni, rabdomante del cacao e soprattutto dei suoi produttori, non più anonimi e lontano dal prodotto finito, ma parte integrante della filiera. I suoi prodotti, a cominciare dalle tavolette sono lontani dal solito.

Ho lasciato per ultimo il maitre chocolatier che preferisco, Gabriele Maiolani. A Lione per studiare letteratura, Gabriele ha imparato l'arte dai maestri francesi e nel 2004 ha aperto il suo laboratorio-negozio che porta il nome della vulcanica mamma, Odilla Bastoni. Da tre anni è anche in Corso Garibaldi a Milano. Criollo d'Altura e Sur del Lago, i cru di cacao utilizzati per delizie come i Felicin, storico cioccolatino della casa, o come i Santa Klaus al rum agricolo della Martinica, una prelibatezza in carta per il periodo natalizio.

E per questo 2018 è nata una collaborazione con la pasticceria Panzera di Milano da cui sono nati tre panettoni, uno con cioccolato e nocciole, uno con cioccolato e arancia candita e uno con cioccolato. Provati tutti dal Viaggiatore Goloso e tutti partiti. Destinazione paradiso.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica