Il consumo di alcol costituisce il terzo fattore di rischio per carico di malattia e mortalità prematura. Nell'Unione Europea è più del doppio della media mondiale ed è la seconda causa di malattia e morte prematura. In tutto il mondo, il consumo dannoso si traduce in 2,5 milioni di morti ogni anno, di cui una quota significativa si verifica nei giovani. In Italia si parla di alcoldipendenza per circa 1 milione di persone, mentre sono più di 8 milioni i bevitori a rischio. Le conseguenze negative sono ingenti e riscontrabili a livello sociale ed economico poiché l'abuso danneggia il benessere e la salute non solo del bevitore, ma anche di chi gli vive attorno (violenze, incidenti stradali, divorzio, problemi familiari e sul posto di lavoro).
«L'identificazione precoce del rischio e l'incremento della capacità critica dei consumatori, in particolare dei più giovani, sollecitata da efficaci interventi di competenza medica sono gli strumenti prioritari da utilizzare per contrastare stili di vita e di consumo non salutari e far crescere una maggiore consapevolezza e responsabilità nelle scelte individuali», osserva il professor Emanuele Scafato, presidente della Società Italiana di Alcologia.
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