«Mio marito è stato praticamente rapito»

Il legale: la sua colpa è l’aver scritto cose che contraddicono la versione ufficiale

da Firenze

«Posso solo dire che quello che è successo oggi pomeriggio è fuori da qualsiasi logica, è incredibile. Hanno letteralmente rapito mio marito senza che nessuno dicesse nulla». È quanto ha dichiarato all’agenzia Adnkronos Miriam Spezi, la moglie del giornalista arrestato nell'ambito delle indagini sulla morte del medico Francesco Narducci, scomparso nel lago Trasimeno l'8 ottobre 1985.
«Erano circa le tre di questo pomeriggio - ha raccontato ieri la donna - quando è arrivata una chiamata dai carabinieri di Grassina che chiedevano a mio marito di presentarsi presso la stazione per una notifica urgente. Non è passata nemmeno mezz'ora però che tre uomini delle forze dell'ordine si sono presentati a casa nostra. Tra l'altro già li conoscevamo perché erano stati loro a eseguire le precedenti perquisizioni. Non hanno esibito alcun mandato, e il loro atteggiamento era brutale e aggressivo. Mario - prosegue - ha gentilmente detto che voleva seguirli con la propria macchina, ma loro si sono rifiutati e mi hanno impedito persino di andare con loro».
La moglie del giornalista arrestato ha fatto sapere che oggi si recherà con uno dei due avvocati di Spezi a Perugia, ma, ha aggiunto, «non credo mi sarà permesso vedere mio marito».«La legge - ha concluso - sembra che in questo paese non esista più, si fa tutto contro la legge. Si può ad esempio pubblicare un libro ad indagine aperta che riveli segreti istruttori e nessuno dice niente. Invece contro mio marito si sono accaniti».

Il legale di Spezi, Nino Filastò, ha dichiarato che ha mettere nei guai il suo assistito «è solo l'aver scritto delle cose che contraddicevano le indagini ufficiali. Solo per delle ipotesi si mette in galera una persona con l'accusa di omicidio?».

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