"Svolta" in Arabia Saudita: (forse) le donne potranno viaggiare sole

La volontà riformatrice della Casa reale dell’Arabia Saudita è stata però bollata da Human Rights Watch come “un bluff”

"Svolta" in Arabia Saudita: (forse) le donne potranno viaggiare sole

La Casa reale dell’Arabia Saudita ha ultimamente avviato quella che i media occidentali hanno subito battezzato “la più grande riforma liberale mai attuata nella storia del Paese a vantaggio delle donne.

Secondo il quotidiano britannico The Daily Telegraph, che cita “esponenti di alto rango” di Riad, rimasti però anonimi, il governo del Paese islamico avrebbe infatti promosso l’abolizione di parte delle norme sulla “sorveglianza maschile verso le donne”. Se verranno abrogate le disposizioni in questione, le Saudite non dovranno più chiedere agli uomini della rispettiva cerchia familiare il “permesso per viaggiare” e, di conseguenza, conquisteranno una piena libertà di movimento. Contestualmente all’entrata in vigore della riforma, l’esecutivo renderà illegale l’applicazione per cellulari che attualmente“avverte” padri, fratelli e mariti circa gli “spostamenti non autorizzati” compiuti dalle donne appartenenti alle loro famiglie.

Ad avviso dell’organo di informazione britannico, Mohammad bin Salman, erede al trono dell'Arabia Saudita, avrebbe deciso di accordare tale diritto alle sue connazionali su impulso dei recenti casi che hanno visto cittadine di Riad chiedere asilo politico ad altri Stati perché “esasperate dalla durezza dell’istituto della sorveglianza maschile nei riguardi del genere femminile”. Negli scorsi mesi, infatti, la diciottenne Rahaf Mohammed al-Qunun, la ventottenne Maha al-Subaie e la venticinquenne Wafa al-Subaie sono fuggite dal Paese arabo per liberarsi dal “soffocante e brutale controllo” esercitato su di loro dai propri parenti uomini. La prima avrebbe alla fine ottenuto asilo politico dal Canada, mentre le sorelle al-Subaie sarebbero state accolte dalla Georgia.

L’eliminazione dell’obbligo del nullaosta maschile a carico delle donne intenzionate a viaggiare, afferma sempre The Daily Telegraph, dovrebbe divenire efficace agli inizi del 2020, ma, spiega la stessa testata, non intaccherà in maniera significativa l’istituto della “sorveglianza maschile”. Quest’ultimo, considerato dalle correnti islamiche tradizionaliste come finalizzato a “proteggere” il genere femminile, resterà appunto in vigore in tanti altri ambiti e, di conseguenza, continuerà ad assoggettare a una previa autorizzazione dei parenti uomini il diritto delle Saudite di cercare lavoro, di sposarsi e di uscire di prigione.

Le autorità di Riad non hanno ancora confermato le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano britannico, ma le ong umanitarie hanno subito elogiato la volontà di Mohammad bin Salman di accordare alle sue connazionali la libertà di movimento. Tuttavia, l’associazione a difesa dei diritti umani Human Rights Watch ha bollato l’impegno riformatore del principe come “un grande bluff.

Sarah Leah Whitson, rappresentante per il Medio Oriente dell’organizzazione in questione, ha infatti dichiarato che, nonostante i proclami dell’erede al trono a sostegno delle rivendicazioni femministe, la condizione delle donne in Arabia Saudita non sarebbe “affatto migliorata”.

Costei ha quindi precisato che le leggi volute finora da bin Salman al fine di eliminare alcune restrizioni alle libertà femminili sarebbero “rimaste sulla carta”, in quanto i vertici musulmani, con la “tacita approvazione della Casa reale”, ne boicotterebbero costantemente l’applicazione.

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