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Isis, 10 jihadisti senza freni: stuprano una bimba di 9 anni

Barbarie senza fine in Iraq: i miliziani del Califfato violentano a turno una bimba cristiana yazida di appena nove anni. Ora è incinta e rischia la vita. Sostieni il reportage

Donne yazide liberate dall'Isis nei dintorni di Kirkuk, in Iraq
Donne yazide liberate dall'Isis nei dintorni di Kirkuk, in Iraq

Una bimba di appena nove anni presa prigioniera come osceno trofeo di guerra e quindi violentata per festeggiare la vittoria militare. Non da uno, ma da ben dieci miliziani dell'Isis.

Succede in Iraq, dove una bimba yazida, la minoranza cristiana perseguitata dall'esercito del sedicente Stato Islamico, è stata stuprata da dieci uomini del Califfato, riuscendo a sopravvivere e rimanendo incinta. La notizia è stata riferita da un cooperante e quindi ripresa da diverse testate di area anglosassone. Secondo il Toronto Star, la bimba è riuscita a lasciare l'Iraq grazie all'intervento di un'associazione caritativa curda e si trova ora ricoverata in un ospedale tedesco.

Secondo Yousif Daoud, cooperante appena rientrato in Canada dall'Iraq, la bimba è in uno stato di "profondo choc fisico e mentale" e si trova attualmente in pericolo di vita. La piccola infatti è molto giovane per affrontare e portare a termine una gravidanza con successo, e anche un parto cesareo potrebbe esserle fatale.

Mercoledì scorso, riporta The Independent, l'Isis ha rilasciato 216 ragazze yazide che teneva prigioniere da mesi: per gli ottimisti una conseguenza dell'aumentata pressione militare della coalizione guidata dagli Usa. Per Yousif ed altri osservatori, invece, la verità è molto più triste: le donne e le bambine verrebbero rilasciate solo perché hanno già subìto violenza e quindi non più vergini. Rimandarle indietro alla comunità di appartenenza è un modo di "svergognare" l'intera società yazida, che su questi temi è assai conservatrice.

Oggi, inoltre, i miliziani dell'Isis avrebbero ucciso anche una bimba di tredici anni che tentava di fuggire dal campo di rifugiati di Yarmouk, in Siria: lo riporta il sito Almasdarnews.

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