Il discorso alla nazione di Tokayev

A inizio settembre, aprendo l'ultima sessione parlamentare, il presidente kazako Qassym-Jomart Tokayev ha pronunciato un lungo discorso alla nazione. Ecco perché è importante

Il discorso alla nazione di Tokayev

Qassym-Jomart Tokayev è l'uomo che ha preso il timone del Kazakistan da Nursultan Nazarbayev e che ha dato impulso al passaggio dalla Prima alla Seconda repubblica. I moti antigovernativi di inizio anno l'hanno convinto a sveltire il ritmo della riforma strutturale del sistema kazako, come emblematizzato dal referendum costituzionale dello scorso giugno, e il primo settembre, inaugurando la nuova sessione del Parlamento, ha fatto il punto della situazione.

Il discorso alla (nuova) nazione

Tokayev ne è convinto: "il paese è entrato in una nuova fase di sviluppo" dopo l'approvazione degli emendamenti che hanno alterato il volto di circa un terzo della costituzionale. E questa nuova fase, secondo il presidente, significherà "modernizzazione politica" propedeutica ad una "trasformazione economica strutturale" incardinata sulla revisione delle relazioni tra "stato, imprenditoria e cittadinanza".

Nella consapevolezza che la crescita diseguale è stata tra le ragioni dei brevi ma intensi moti di inizio anno, un grido delle periferie lasciate indietro dal modello baricentrato sul centro, Tokayev ha promesso la costruzione di uno stato che porti "opportunità e giustizia per tutti". E ha anche spiegato come: maggiore stato sociale, protezione dei cittadini dalle fluttuazioni dei mercati e supporto alle PMI.

L'economia. Prendendo atto di quelli che sono i "problemi sistemici" dell'economia nazionale, tra i quali la sottoproduttività, la dipendenza dai materiali grezzi e la distribuzione diseguale dei redditi, Tokayev ha promesso più enfasi su "stabilità macroeconomica, diversificazione economica, digitizzazione, capitale umano, PMI e stato di diritto". Con l'obiettivo di stimolare "una crescita inclusiva e di qualità" a beneficio dell'intera collettività.

Tokayev ha anche proposto ai parlamentari di ridurre l'influenza di amministrazioni e agenzie sui prezzi, una piaga per la competitività delle industrie, e di rivedere la politica di tassazione in maniera tale che favorisca chi investe nell'ammodernamento delle sue infrastrutture. In questo caso, il riferimento era al settore energetico, che presenta gravi problemi in termini di usura e invecchiamento delle piattaforme di immagazzinamento e trasmissione di energia.

Tra le riforme dell'economia che Tokayev vorrebbe implementare, figura, inoltre, la rottura dei monopoli che influiscono negativamente sulla concorrenzialità in alcuni mercati. Attraverso, se possibile, una legge sui monopoli.

L'obiettivo della crescita di qualità e inclusiva, invece, Tokayev vorrebbe raggiungerlo a mezzo di un nuovo codice fiscale. Del quale ha già annunciato la data di uscita: 2023. Tra le peculiarità che caratterizzeranno la nuova politica fiscale: deburocratizzazione, differenziazione, digitizzazione, informatizzazione e integrazione dei sistemi di tasse e tariffe, presenza di incentivi e regimi speciali – questi ultimi due sia per favorire l'innovazione sia per ridurre la propensione all'evasione degli imprenditori. Tra le peculiarità in forse, sulle quali si dovrà dibattere, l'introduzione di una tassa sui beni di lusso.

Nuovi modi di pensare

Nel contesto della ricerca di un nuovo modo di concepire l'economia, Tokayev ha proposto di riformare il modello budgetario in direzione dei risultati e dell'efficienza, nonché di deburocratizzarne una molteplicità di aspetti, con particolare attenzione al modo in cui il denaro viene speso in grandi cantieri e infrastrutture critiche. Complemento ideale della riforma, secondo Tokayev, sarebbe un sistema di gestione del rischio.

Il supporto alle PMI, nella visione di Tokayev, deve essere cristallizzato nell'agenda di ogni governa. Diventare sistemico. Perciò ha proposto di temporeggiare sulla questione della nuova agenda per le PMI, che vorrebbe lanciare ufficialmente nel 2024, dandosi il tempo di discuterne con le forze politiche e con gli esperti. Le idee sul dà farsi, comunque, il presidente le ha: più accessibilità al credito, più sgravi, più misure di sostegno, più partenariati pubblico-privato, redistribuzione delle terre.

Per quanto riguarda l'attrattività del sistema-paese, invece, Tokayev ha auspicato lo sveltimento della creazione della banca dati sulle informazioni geologiche – utile, o meglio fondamentale, per ogni investitore straniero che abbia progetti per il sottosuolo –, l'efficientamento della politica sulle zone economiche speciali e la capitalizzazione della sua posizione geostrategica – affinché diventi "il più importante corridoio terrestre tra Asia ed Europa".

Lo stato, comunque, ha spiegato Tokayev, ridurrà progressivamente la sua partecipazione all'economia.

Lo stesso fondo sovrano, ad esempio, verrà riformato in modo tale che lo stato telesorvegli i settori-chiave a distanza. Sullo sfondo di una maggiore partecipazione della cittadinanza sia all'economia ai processi decisionali politici. Un nuovo Kazakistan, insomma.

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