"Farà una strage...". La nera 'profezia' su Kiev

L'ammiraglio Di Paola, ex ministro della Difesa, spiega quali sono i possibili scenari e gli obiettivi di Mosca

"Farà una strage...". La nera 'profezia' su Kiev

Il conflitto russo-ucraino si fa sempre più duro. Ogni giorno sono centinaia le vittime, civili e non, come sono migliaia le persone costrette a varcare il confine della propria nazione. Il presidente ucraino Zelensky resta a Kiev a combattere e in diretta tv continua a incitare il suo popolo alla resistenza.

Al di là di quelle che possono essere le considerazioni sul comportamento di Zelensky, che è certamente valoroso ma che, vista la netta inferiorità militare, rischia di portare la sua nazione allo sbaraglio, è bene interrogarsi su quale può essere il futuro, immediato e non, del conflitto. L'ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del Comitato militare europeo ed ex ministro della difesa, intervistato dal Quotidiano Nazionale prova a fare chiarezza in merito. Qualora i russi dovessero entrare nella città ora accerchiata, secondo Di Paola, lo scenario probabile è "una Stalingrado ucraina", dove si finirà per combattere "strada per strada, casa per casa". L'obiettivo dell'esercito dell'Orso bianco è arrivare ai palazzi del governo. "Useranno i mezzi corazzati per distruggere tutto ciò che potranno poi toccherà alla fanteria il lavoro sporco, cioè affrontare gli scontri sul terreno. Se ci sarà una battaglia sarà devastante", spiega l'ex ministro della Difesa. Allo stesso tempo però dovranno fare i conti però con gli ucraini, esercito e civili. Chi è restato in patria sembra pronto a tutto pur di non lasciare passare i russi. "Gli ucraini sono dotati di una forte identità e sono disposti a difendere fino in fondo il Paese da una aggressione brutale fatta da chi - continua Di Paola - li considerava in qualche modo fratelli".

Cosa può accadere a Kiev

Lo scenario che si va delineando è quello della guerriglia. Proprio per questo motivo non è possibile escludere la possibilità che avvenga una strage di civili. "Sono destinati a pagare un prezzo molto alto, perché i russi, come ho detto, useranno l'artiglieria semovente per proteggere la fanteria, spareranno su case ed edifici. C'è solo da sperare che siano disponibili molti rifugi".

Nonostante la resistenza ucraina però "è ipotizzabile che alla fine prevalga la potenza di fuoco di Mosca", chiarisce l'ammiraglio. E in merito alla difesa aggiunge: "Da un certo punto di vista sono avvantaggiati potendo aggredire i mezzi corazzati con armi controcarro, difendendosi casa per casa come avviene nelle battaglie urbane. Ma i russi hanno ammassato una grande massa di uomini e mezzi per entrare a ogni costo". Inoltre, dal suo punto di vista, il fatto che Zelensky sia rimasto a Kiev è ottimo per il morale di chi difende.

Non si esclude l'utilizzo di armi chimiche ma secondo Di Paola si tratta di un'ipotesi poco concreta e se verranno usate sarà solo in "extrema ratio". "Sono proibite dalle convenzioni internazionali e considerate nella scala di pericolosità immediatamente sotto le armi nucleari. Usarle significherebbe scatenare una ulteriore ondata di disapprovazione".

Gli obiettivi russi

Non è un mistero che Mosca punti a conquistare il porto di Odessa. Si tratta di uno snodo chiave sul Mar Nero e conquistarlo vorrebbere dire chiudere "la tenaglia dell'accerchiamento garantendo così il collegamento con la Transnistria, in Moldavia". Una regione autonomia e, soprattutto, russofona.

Impossibile escludere a priori che la Russia non riuscirà a conquistare tutta l'Ucraina. Allo stesso tempo, però, Di Paola spiega le difficoltà, riguardo l'amministrazione, che potrebbero crearsi in futuro: "È un territorio sterminato. Per un controllo totale serve sul piano militare un milione di uomini. E anche con un eventuale governo fantoccio non ci sarebbe l'appoggio della popolazione. Con un forte movimento di resistenza sul campo". Per questo, secondo l'ammiraglio, potrebbe accontentarsi di Kiev e della parte orientale.

Nato e Occidente

A chi gli chiede se abbia senso rinforzare in questa maniera le frontiere dei Paesi Nato sapendo di irritare la Russia, risponde: "Lo chiedono i Paesi dell'Alleanza. Ed è anche un segnale a Putin. Con la Nato non si scherza".

In merito, invece, al rifornire di armi Zelensky e l'esercito ucraino ritiene che sia doveroso sostenere la resistenza di un popolo invaso.

Allo stesso tempo però è necessario evitare uno scontro diretto con la Russia. "Fornire un aiuto militare a chi lotta per la libertà è previsto dalle leggi internazionali. E l'Ucraina lotta per valori che sono anche i nostri".

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