Finisce in manette a soli 12 anni per aver rivolto insulti razzisti ad un calciatore sui social. Accade nella regale Inghilterra dove, lo scorso lunedì 13 luglio, un minorenne è stato arrestato dalla polizia del West Midlands Police, reo di aver ingiuriato con epiteti xenofobi Wilfried Zaha, attaccante del Crystal Palace.
Cosa è accaduto
Tutto comincia nel tardo pomeriggio di sabato 11 luglio luglio, alla vigilia del match tra l'Aston Villa e il Crystal Palace. A poche ore dalla partita, l'attaccante ivoriano degli Eagles riceve una aberrante sequenza di insulti razzisti sul suo profilo Instagram. "Str... nero, faresti meglio a non segnare domani, oppure verrò a casa tua vestito da fantasma", recita uno dei messaggi a cui, poi, seguono immagini di cappucci bianchi del Ku Klux Klan. Incassato il colpo, Zaha decide di reagire denunciando alle forze dell'Ordine l'autore del post. In men che non si dica, la polizia riesce ad identificare l'hater: si tratta di un ragazzino di 12 anni tifoso dell'Aston Villa. "Un tifoso del Villa, di Solihull, è stato arrestato - spiega in una nota la polizia del West Midlands - Grazie a tutti coloro che hanno collaborato". Successivamente, le autorità pubblicano un meme su Twitter: "Nessun razzismo sarà tollerato", recita lo slogan.
Bandito a vita dallo stadio
Dopo le manette, per il 12enne è scattata la radiazione a vita dagli stadi. La comunicazione giunge dritta dalla dirigenza dell'Aston Villa che, stando a quanto riferisce il quotidiano La Nazione, comunica di aver decretato la squalifica a vita del ragazzino che, pertanto, non potrà più mettere piede sugli spalti dei campi di calcio. In manette e fuori dalle grate del rettangolo verde, dunque, per sempre.
Tolleranza zero
Se è comprensibile la linea dura nei confronti di chi rivolge pesanti insulti razzisti a calciatori o chicchessia, non lo è per certo l'arresto di un ragazzino minorenne. Dipinto come un bruto, alla stregua di un pericoloso criminale, il 12enne è finito nell'occhio del ciclone mediatico senza alcuna possibilità di replica. Salito sul banco degli imputati per aver commesso un atto sicuramente deprecabile, è finito poi alla gogna social. Perché in tempi di ''tolerranza zero'' tutto è concesso e poco contano l'età anagrafica o i trascorsi familiari che potrebbero aver inciso sulla condotta del giovane.
"E' triste che il giorno della partita, un calciatore si svegli e legga certe frasi - ha dichiarato il tecnico del Crystal Palace Roy Hodgson - Per questo deprecabile individuo non ci sono scuse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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