In Nicaragua si ricorre agli esorcismi per cacciare Daniel Ortega

I vescovi del Nicaragua hanno indetto per il 20 luglio un giorno di preghiera, digiuno... e di esorcismo per liberare il paese dal regime di Daniel Ortega

In Nicaragua si ricorre agli esorcismi per cacciare Daniel Ortega

In Nicaragua mentre continuano gli attacchi al clero e i manifestanti anti-governativi sono assediati dalla polizia e dai paramilitari, i vescovi hanno indetto per il 20 luglio un giorno di preghiera, digiuno... e di esorcismo per liberare il "Paese dal male" (il regime di Daniel Ortega).

I vescovi hanno detto che il 20 luglio si pregherà e si digiunerà "come atto di espiazione per la profanazione compiuta nei mesi scorsi contro Dio". In quel giorno, i chierici del Nicaragua "pregheranno l'esorcismo a San Michele Arcangelo".

"Data la dimensione profetica del nostro ministero, abbiamo visto l'urgenza di andare nei luoghi di conflitto per difendere la vita degli indifesi, per portare conforto alle vittime e mediare con l'obiettivo di una soluzione pacifica della situazione", hanno dichiarato i vescovi del Nicaragua.

"La chiesa nicaraguense continuerà ad usare tutti i mezzi a sua disposizione. La nostra missione di pastori e profeti non contraddice il nostro ruolo di mediatori e testimoni dato che ciò che cerchiamo è la pace e la giustizia come nicaraguensi".

Proprio per questa loro attività di riconciliazione e di pace sociale i cristiani stanno subendo veri e propri agguati nel paese centro americano. L'ultimo episodio noto risale al 15 luglio, quando il veicolo del vescovo Juan Mata Guevara di Esteli è stato colpito mentre viaggiava verso la città di Nindiri, dove sperava di fermare un attacco da parte della polizia e dei paramilitari. Il vescovo è riuscito a fuggire ed è rimasto illeso ma gli pneumatici del suo veicolo sono stati colpiti dai proiettili, come anche i vetri della sua automobile.

Il giorno prima, il 14 luglio, presso il vicino campus dell'Università Autonoma Nazionale del Nicaragua di Managua due studenti sono stati uccisi e quindici persone sono rimaste ferite mentre alcuni manifestanti hanno cercato rifugio nella Chiesa della Divina Misericordia, e i paramilitari armati hanno impedito alle ambulanze di raggiungere la chiesa.

"Stanno sparando in una chiesa", ha detto al Washington Post il padre Erick Alvarado Cole, un pastore della parrocchia. "Il governo dice che rispetta i diritti umani. È questo il rispetto dei diritti umani? "

Come riportato da Il Giornale, il 9 luglio scorso il cardinale Leopoldo Brenes Solorzano di Managua, il suo ausiliare, il vescovo Silvio Jose Baez e l'arcivescovo Waldemar Stanislaw Sommertag, nunzio apostolico, sono stati picchiati mentre tentavano di proteggere la basilica di San Sebastiano dalle incursioni violente delle forze armate filogovernative.

"Negli ultimi giorni, la repressione e le violenze esercitate dai paramilitari filo-governativi contro le persone che protestano civicamente sono peggiorate. ... Oggi, come mai prima d'ora, i diritti umani vengono violati in Nicaragua ", si legge nella dichiarazione del 14 luglio dei vescovi. "Membri impegnati nelle commissioni per il dialogo nazionale, difensori dei diritti umani ed esponenti dei media indipendenti sono stati oggetto di campagne di diffamazione da parte del governo".

I gruppi per i diritti umani calcolano, dal 18 aprile ad oggi, almeno 350 vittime a seguito delle proteste scoppiate in opposizione alle riforme del sistema di sicurezza sociale del paese centroamericano, proteste poi estese e tese alla richiesta di destituzione del presidente Daniel Ortega e di sua moglie, il vicepresidente Rosario Murillo, coppia dittatoriale che ha respinto le proposte di elezioni anticipate e ha represso i manifestanti con la violenza.

Nella loro dichiarazione, i vescovi hanno detto d'essere "testimoni di una mancanza di volontà politica da parte

del governo di dialogare in modo sincero e cercare processi reali che ci portino ad una vera democrazia", arrivando all'"urgente smantellamento delle forze armate filo-governative".

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