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Migranti, Orban tira dritto: "La chiusura dei confini è giusta"

Braccio di ferro tra Italia e Ungheria sui migranti. Orban non cede e ribadisce il suo no all'accoglienza dei profughi: "Noi continueremo a tenere chiusi i nostri confini con Serbia e Croazia e se necessario chiuderemo anche quello con la Romania"

Migranti, Orban tira dritto: "La chiusura dei confini è giusta"

La seconda giornata di lavori in Consiglio europeo per i capi di Stato e di governo era stata dominata dalla tensione, soprattutto per la crisi dei profughi e la loro redistribuzione tra i Paesi membri. L'Austria non ha cambiato idea e applica da subito il tetto giornaliero per le richieste d'asilo, mentre Italia e Ungheria sono state protagoniste di un acceso botta e risposta su fondi e quote. E Atene è arrivata a minacciare il veto sull'accordo con la Gran Bretagna in caso di chiusura delle frontiere.

Particolarmente aspro lo scontro la Italia e Ungheria: a Renzi, che aveva sferzato i Paesi dell'Est contrari al meccanismo di redistribuzione dei migranti (il cosiddetto 'gruppo di Visegrad': Ungheria, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia) l'Ungheria aveva risposto definendo le parole del premier italiano un "ricatto politico".

Il sì di Orban alla chiusura dei confini: "La chiusura dei confini è giusta e noi continueremo a tenere chiusi i nostri confini con Serbia e Croazia e se necessario chiuderemo anche quello con la Romania". E' quanto dichiarato dal premier ungherese Viktor Orban all'indomani del vertice di Bruxelles. Orban ha difeso le sue scelte sulla crisi dei migranti :"A Bruxelles è stato detto che bisogna difendere i confini esterni dell'Europa e che i migranti devono essere fermati", ha aggiunto precisando che "l'Ungheria contribuirà alla chiusura del confine sud della Macedonia e la Bulgaria". "La posizione ungherese sull'emergenza dei migranti è stata sempre chiara", ha sottolineato il premier ungherese, "controllo, identificazione, e rimpatrio". "Noi siamo contro il ricollocamento e speriamo di poter scongiurare questo pericolo nelle settimane a venire nel blocco dei paesi del V4", ha detto ancora Orban.

Calais, profughi a rischio sfratto immediato: quasi mille persone sono a rischio di sfratto dal campo profughi noto come "The Jungle" a Calais, sul lato francese della Manica, dove da mesi esiste un campo profughi popolato da migranti in attesa di entrare nel Regno Unito. Secondo quanto riporta il Guardian, così, centinaia di persone dovranno lasciare le loro tende entro le 20 di martedì 23 febbraio, in un ordine impartito dalle autorità per cercare di sfoltire le migliaia di persone che stazionano nella struttura. Per il quotidiano britannico, tutti questi migranti sfrattati potrebbero essere trasferiti in altri campi sparsi per la Francia, con il fine di alleggerire la pressione sull'autostrada che costeggia la struttura e che conduce verso il porto, scalo di imbarco per i traghetti che fanno la spola con le coste dell'Inghilterra meridionale e teatro di recenti scontri fra gli ospiti della struttura e la polizia transalpina.

Sempre secondo il Guardian, c'è anche la possibilità che una parte di questi migranti, in gran parte provenienti da Siria e Iraq, venga trasferita in container riscaldati che potrebbero essere piazzati nei prossimi giorni in altre zone attrezzate della cittadina francese.

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