Guerra in Ucraina

Draghi e Putin un'ora al telefono: i dossier sul tavolo

Il colloquio tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin è durato circa un’ora. Negoziati e gas temi principali della telefonata

Draghi e Putin un'ora al telefono: i dossier sul tavolo

"Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace...". Nel pomeriggio è andata in scena la tanto attesa telefonata tra Mario Draghi e Vladimir Putin. Tra i dossier trattati, le ultime novità in merito ai negoziati tra le delegazioni russe e ucraine andati in scena in Turchia ma anche il pagamento per le forniture di gas richiesto da Mosca in rubli. Il presidente russo, a proposito di gas, ha in seguito avuto una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

La telefonata tra Draghi e Putin

Il colloquio tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin è durato circa un’ora. Si tratta del primo contatto reciproco tra i due leader da quando è iniziato il conflitto in terra ucraina.

Il Cremlino, in una nota, ha fatto sapere che Putin ha informato Draghi dell'andamento dei colloqui tra i rappresentanti di Russia e Ucraina, svoltisi ieri ad Istanbul. Il presidente russo ha inoltre fornito spiegazioni a Draghi anche in relazione alla decisione di passare al rublo nei pagamenti per le forniture di gas naturale ad alcuni Paesi, tra cui l'Italia.

"Su richiesta di Mario Draghi", si legge nel comunicato del Cremlino, Vladimir Putin ha fornito informazioni sull'andamento dei colloqui di pace e "sono stati forniti chiarimenti anche in relazione alla decisione di passare ai rubli nei pagamenti per le forniture di gas naturale a diversi paesi, tra cui l'Italia". Il testo, utilizzando la solita formula, ha quindi aggiunto un ulteriore particolare: "Su richiesta di Mario Draghi, Vladimir Putin lo ha informato sull'andamento dei colloqui tra i rappresentanti di Russia e Ucraina, la cui ultima sessione si è svolta il giorno prima a Istanbul".

In seguito sono emersi ulteriori dettagli. Draghi ha sottolineato limportanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale. Il premier ha ribadito la disponibilità del Governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia. Putin ha, da parte sua, descritto il sistema dei pagamenti del gas russo in rubli. I due leader hanno infine concordato sullopportunità di mantenersi in contatto.

La telefonata tra Scholz e Putin

Archiviato il capitolo Draghi, Putin ha avuto una nuova telefonata con Olaf Scholz. Anche in questo caso, il presidente russo ha discusso con il cancelliere tedesco della richiesta di Mosca sul pagamento del gas in rubli. I due leader hanno concordato di proseguire il confronto al riguardo tra i rispettivi esperti, secondo quanto riferisce il Cremlino, citato da Interfax.

Putin ha inoltre informato Scholz sugli sviluppi dei colloqui di ieri a Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev, e sono state prese in considerazione le questioni inerenti all'evacuazione in sicurezza dei civili dalle aree degli scontri, principalmente da Mariupol.

Il futuro dell'Ucraina

Se in questo primo mese di guerra il ruolo dell’Italia è apparso piuttosto marginale rispetto a quello giocato da altri attori – basti pensare a Stati Uniti, Francia, Turchia o Israele – adesso anche Roma potrebbe iniziare ad avere un peso rilevante. Anche perché la Repubblica italiana potrebbe essere uno dei Paesi garanti della neutralità ucraina, condizione chiave emersa dagli ultimi negoziati tra le delegazioni di Kiev e di Mosca in quel di Istanbul.

Che cosa significa tutto questo? In caso di fumata bianca in sede negoziale, l’Ucraina assumerebbe uno status neutrale, non ospiterebbe sul proprio territorio basi militari né aderirà alla Nato. In cambio di ciò Kiev chiede garanzie di sicurezza. Garanzie che le sarebbero fornite internazionalmente da alcuni Stati che assumerebbero l’incarico di sorvegliarla da lontano. Pronti, va da sé, a intervenire in caso di minacce russe. Non sappiamo ancora in che modo, né quali sono i limiti oltre il quale passare all’azione.

Il ruolo dell'Italia

"La questione dei garanti del trattato è aperto, tutti possono partecipare. E l'Italia è interessata a parteciparvi. Saremmo molto grati all'Italia se lo facesse. È un trattato che potrebbe costruire una nuova architettura della sicurezza globale", ha affermato, incontrando i media internazionali a Leopoli in videocollegamento, il capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak.

La suddetta responsabilità potrebbe essere assunta dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu (ovvero Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Russia) e altri Stati come Turchia, Israele, Germania e, appunto, Italia.

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