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Trump sfida il Black Lives Matter: "Via le statue di Gesù? Non con me"

Il presidente americano Donald Trump annuncia la stretta contro i manifestanti che nelle scorse settimane hanno preso di mira statue e monumenti di personaggi considerati razzisti: "Puntano anche a Gesù, ma finché ci sarò io non succederà"

Trump sfida il Black Lives Matter: "Via le statue di Gesù? Non con me"

Continua la guerra delle statue negli Usa, con il presidente americano, Donald Trump, che ora annuncia di voler utilizzare il pugno duro contro i manifestanti, definiti dal capo della Casa Bianca "estremisti di sinistra".

Dopo i disordini di Lafayette Park, a Washington, dove gli attivisti del Black Lives Matter hanno cercato di buttare giù la statua del settimo presidente americano, Andrew Jackson, accusato di aver maltrattato i nativi americani, Trump ha fatto sapere di aver "autorizzato il governo federale ad arrestare chiunque vandalizzi o distrugga qualsiasi monumento, statua o altra proprietà federale negli Stati Uniti". I manifestanti potrebbero rischiare fino a dieci anni di carcere sulla base del "Veteran's Memorial Preservation Act e di altre leggi".

Una misura che, ha fatto sapere il tycoon nei giorni scorsi, potrebbe valere anche "retroattivamente per atti di distruzione o vandalismo già causati". "Presto – ha confermato - emetterò un ordine esecutivo, e tutto ciò che farà è rinforzare ciò che è già previsto, ma in modo più uniforme". Ieri, durante la conferenza stampa a Washington con il presidente polacco Andrzej Duda, Trump è tornato sull’argomento."Penso che la maggior parte di chi sta abbattendo le statue non sappia nemmeno cosa rappresentino, cosa significhino, chi impersonificano", ha attaccato il presidente americano.

"Ora puntano a Gesù Cristo, George Washington, Abraham Lincoln, Thomas Jefferson", denuncia. Ma, promette subito dopo, "non succederà nulla, non finché ci sarò io qui". L’ordine esecutivo per facilitare l’arresto di chi cerca di buttare giù statue e monumenti, ha avvertito, sarà firmato a giorni: "prima della fine della settimana". Intanto, l’amministrazione ha deciso di schierare la Guardia Nazionale a protezione dei monumenti. Secondo la Cnn al vaglio della presidenza Usa ci sarebbe un "vasto piano per la tutela dei monumenti nazionali", che, a dire la verità, sono stati oggetto di vandalismo anche prima dell’esplosione delle proteste legate all’omicidio di George Floyd.

La Casa Bianca starebbe pensando agli Us Marshals, un’agenzia federale con funzione di polizia penitenziaria. Gli agenti potrebbero essere schierati a protezione delle statue più a rischio già a partire dalla prossima settimana. Una battaglia, quella per la difesa dei simboli della storia e della cultura americana, che Donald Trump combatte anche in vista delle prossime elezioni presidenziali. I disordini di queste settimane, infatti, sui quali alcuni sindaci democratici, come quello di New York, Bill De Blasio, hanno chiuso un occhio, stanno portando gran parte dell’opinione pubblica dalla parte dell’attuale inquilino della Casa Bianca, che i sondaggi danno in svantaggio rispetto allo sfidante Joe Biden.

Secondo il quotidiano Politico, infatti, se è vero che gran parte dell’opinione pubblica si dice "favorevole alla rimozione di statue dedicate a personalità confederate", è anche vero che quasi tutti, in America, condannano gli attacchi ai simboli nazionali. Tanto che, in queste ore, anche gli avversari del presidente si schierano contro chi vuole cancellare le icone della storia americana.

Secondo l'accademico Tom Nichols, consulente di The Lincoln Project, movimento critico con il presiente Trump, i manifestanti starebbero facendo il gioco dei conservatori"prestandosi allo stereotipo di ignoranti iconoclasti".

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