Coronavirus

Il virus arriva anche in Turchia: stop a lezioni ed eventi sportivi

Sono due i casi di contagio in Turchia, ma potrebbero aumentare nelle prossime ore. Erdogan: "Le nostre misure più forti del virus". Chiuse le scuole e stop al pubblico nelle manifestazioni sportive

Il virus arriva anche in Turchia: stop a lezioni ed eventi sportivi

La Turchia fino a pochi giorni fa sembrava essere immune al coronavirus. Martedì, invece, è arrivata la notizia del primo test positivo. Si tratta di un cittadino turco di ritorno dall’Europa e posto in quarantena. "È un caso isolato", aveva chiarito il ministro della Sanità di Ankara, Fahrettin Koca. E invece oggi ha annunciato su Twitter l’infezione una seconda persona.

Si tratterebbe di un contatto del paziente zero. "Abbiamo preso le misure necessarie per contenere il più possibile la diffusione del virus, supereremo insieme questo problema", ha aggiunto. Tutti i familiari, amici e conoscenti dei due contagiati sono stati messi in isolamento. Nelle scorse settimane il governo turco ha chiuso il confine con l’Iran, disponendo la quarantena obbligatoria per chi arrivava dal Paese degli Ayatollah. Anche le persone che hanno viaggiato in Italia, Cina, Iraq e Corea del Sud sono state controllate nei giorni scorsi.

I collegamenti con il nostro Paese, uno di quelli con il più alto numero di contagiati al mondo, sono stati sospesi già a fine febbraio. Ma dopo il primo caso ufficiale di coronavirus Ankara si prepara a varare una ulteriore stretta per contenere la diffusione. Scuole e università resteranno chiuse per almeno tre settimane. Stop al pubblico anche per gli eventi sportivi. I match si disputeranno a porte chiuse, ha fatto sapere il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin. Per gli studenti turchi, a partire dal 23 marzo, sarà attivo un servizio di didattica a distanza.

"Speriamo che la Turchia possa superare questo problema senza perdite, nessun virus è più forte delle nostre misure", ha rassicurato il presidente Recep Tayyip Erdogan nei giorni scorsi. "Abbiamo adottato per tempo tutte le misure necessarie", sottolinea. "Un caso non è un'epidemia", aveva detto Koca, invitando la popolazione alla calma. Ma il Paese corre ai ripari. Il ministero della Salute ha cancellato i permessi annuali degli operatori sanitari. E tra i suggerimenti del governo per prevenire le infezioni c'è pure quello di utilizzare il più possibile l'acqua di colonia superiore a 60 gradi, che in Turchia viene usata come disinfettante.

"Se ci avessero permesso di tagliare i collegamenti con gli altri Paesi prima, non saremmo giunti a questo punto", aveva osservato il ministro Koca. Il virus però sembra ormai destinato a diffondersi anche all’interno dei confini turchi. Proprio in Turchia era transitata una donna di 42 anni del Togo. Al rientro nel Paese africano è risultata positiva ai test per il Covid-19. Erano stati nella penisola anatolica anche due ghanesi che nei giorni scorsi hanno fatto ritorno in Ghana dove hanno scoperto di essere malati. Segno che la super-polmonite arrivata da Wuhan, forse, circolava già da tempo in territorio turco. Un'ipotesi tutt'altro che inverosimile, vista la presenza massiccia di migranti arrivati dall’Iran, uno dei Paesi in cima alla classifica relativa ai casi coronavirus.

Senza contare il potenziale infettivo della comunità turca residente in Germania, dove il virus si sta diffondendo sempre di più e i contagi si moltiplicano in maniera esponenziale.

Commenti