LA MORTE DI MATTEI ALLE OTTO DELLA SERA

Subito, le cose da salvare. Sono poche e si fa alla svelta. Uno: la regia di Carlotta Zanini, con la colonna sonora inserita fra un parlato e l’altro mai così bella. Due: la cura, quasi artigianale, nonostante gli esiti disastrosi del ciclo, di Giancarlo Simoncelli. Tre: l’idea di Sergio Valzania, direttore di Radiodue. Alle otto della sera nasce e cresce con l’intenzione di approfondire un tema, in modo divulgativo, ma approfondito, mentre il resto del mondo radiotelevisivo gioca o guarda i tigì. Ed è un’idea straordinaria, un vero servizio pubblico, l’attualizzazione a livello di scuola superiore, se non addirittura di seminario universitario, del maestro Manzi e del suo Non è mai troppo tardi.
Il problema è che quell’idea meravigliosa la stanno distruggendo. Perché, sempre più spesso, i cicli di questa benemerita trasmissione sono letti in modo pedante e pesante, noioso e cupo. Capaci di fare da sonnifero già Alle otto della sera. È un problema che in questa rubrica segnaliamo da parecchio tempo, ma evidentemente senza apprezzabili risultati.
L’ultimo ciclo, in particolare, è quasi una summa di tutti gli errori che si possono commettere. Si intitola Enrico Mattei: stratega del petrolio, è firmato da Nico Perrone e continua sino al 19 maggio tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 20 alle 20,30, naturalmente su Radiodue.
Ecco, io credo che non ci sia niente di più adatto della vita di Mattei ad essere raccontato in radio. Perché somma storia, avventura, economia, bassa politica interna e altissima politica internazionale, fino allo scontro finale del presidente dell’Eni con le «Sette sorelle», le maggiori società petrolifere del mondo, soprattutto a stelle e strisce. Quando Mattei sfidò il sistema riconoscendo ai Paesi produttori di petrolio il 75 per cento degli utili, contro il 50 in vigore. La reazione fu durissima, così come fu dura quella per la rottura dell’embargo petrolifero contro l’Urss.
Forse non resta che sperare che il programma di Perrone riacquisti vitalità per le ultime puntate, soprattutto per quelle dedicate alla morte di Mattei a Bascapè il 27 ottobre 1962, circostanza che è entrata di diritto nella storia dei misteri d’Italia.

Ci sono tutte le condizioni per tirarne fuori uno storione, anche radiofonico.
Altrimenti, se il ciclo finirà come è iniziato, si potrà tranquillamente dire che Enrico Mattei è stato ucciso un’altra volta. Radiofonicamente. E che Alle otto della sera sta per subire la stessa fine.

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