Dalla collamidina odorosa di mandorle amare alla playcard elettronica la figurina è la memoria tascabile del calcio, una piccola galleria d'arte, un santino pagano. Per sette giorni, dal 7 al 13 luglio, Cattolica sarà la sua capitale con la rassegna «Mondiali in figurine». E Gianni Bellini, modenese, nonno ragazzino, il più grande collezionista del mondo di figurine, la sua star. Credeteci: è un figu pazzesco...
Bellini, quante collezioni di figurine ha?
«Duemila e trecento album. Solo calciatori».
...per un totale di quante figurine?
«Più o meno 900mila. Ma 150mila le devo ancora attaccare...»
Da quanti Paesi arrivano?
«Una sessantina. Tutti quelli dove esistono figurine»
Come le ha raccolte tutte queste raccolte?
«Abito in provincia di Modena, vicino alla Panini. E ho una rete di trecento corrispondenti-collezionisti in tutto il Mondo».
Da quale figurina nasce il suo amore per le figurine?
«Sergio Carantini del L.R. Vicenza, collezione 1970-71. Amore a prima vista...»
Il pezzo più raro?
«Una raccolta tedesca del Mondiale 1954».
La figurina più curiosa?
«Negli anni Ottanta in Portogallo abbinavano le facce dei calciatori a segnali stradali, flora, fauna. Devo ancora capire perchè...»
Una figurina che desiderava e non è mai riuscito ad avere?
«Le ho tutte...»
A parte calciatori che collezioni ha fatto?
«Qualche anno fa ho iniziato i campioni dello sport. Ma ho capito che stavo esagerando e ho lasciato perdere...»
Ma la collezione la fa figurina per figurina o prende solo raccolte complete?
«Essendo un collezionista professionista scambio con altri collezionisti di tutto il Mondo raccolta per raccolta, dove possibile completa».
La collezione più costosa?
«Mi faccio un regalo importante all'anno e per una volta non bado a spese. Diciamo alcune centinaia di euro».
Come le difende dal tempo: la carta non si consuma?
«Un paio di volte all'anno giro le raccolte, cioè quelle in alto le metto in basso e viceversa, tenendo possibilmente alla stessa temperatura lo studio dove le conservo».
Ha mai ricevuto offerte indecenti per vendere una collezione?
«Una volta mi offrirono una cifra che non potevo rifiutare».
E lei?
«Rifiutai...»
É vero che nelle raccolte ha trovato strafalcioni clamorosi?
«Una ditta venezuelana mise in una raccolta sul Mondiale 2006 la squadra dell'Ungheria al posto della Croazia. E l'Ungheria manco giocava il Mondiale».
Che cosa le hanno regalato le figurine?
«La possibilità di restare un eterno bambino. Anche se sono già nonno».
Hai mai perso figurine rare o buttate per sbaglio?
«Mai. Nemmeno dopo il terremoto del 2012. Solo una volta feci arrabbiare mia moglie al tal punto che prese un album a caso e lo strappò. Due settimane dopo ne avevo un altro in casa uguale».
La sua figurina preferita
«Non c'è. Però la raccolta Calciatori 1968-69 che per me è la migliore di sempre».
Il suo campione preferito?
«Gaetano Scirea, mai sopra le righe...»
È mai diventato una figurina?
«No. Ma mai dire mai...»
La figurina piace di più ai padri o ai figli?
«La figurina piace a tutti».
Che mondo è quello dei collezionisti?
«Un mondo a parte. Il valore che diamo alle raccolte è molto personale. E non c'è offerta economica che possa farci cambiare idea».
E i suoi figli fanno o hanno fatto la raccolta?
«Ho una figlia femmina a cui le figurine non interessano. Ma conto molto sul nipotino. Se segue le tracce del nonno può anche vivere di rendita...»
Cos'hanno le figurine per affascinare ancora i ragazzi?
«Il rito del ce l'ho, manca è ancora una cosa unica. Come l'odore della carta quando si apre una bustina».
La tecnologia ucciderà la figurina?
«Direi proprio di no.
Ha un sogno nel cassetto?
«Ne ho due. Fare lo spot per la Panini e esporre le mie raccolte. Il secondo però lo storealizzando adesso a Cattolica...».
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