Il dopo Musharraf inizia con il ritorno dei kamikaze

da Islamabad

In Pakistan, il primo giorno del dopo Musharraf è stato un giorno di violenze - un attentato in un ospedale ha ucciso 23 persone, militari e talebani si sono dati battaglia nelle aree tribali - e lotte politiche - la coalizione di governo infatti si è spaccata su numerose questioni d’attualità. A meno di 24 ore dalle dimissioni del presidente, si sono verificati violenti attacchi che hanno lasciato sul terreno decine di morti. Nel nord-ovest del Paese, almeno 23 persone sono state uccise nell’esplosione provocata da un attentatore suicida all’interno di un ospedale nel distretto di Dera Ismail Khan. E nella notte, poche ore dopo l’annuncio delle dimissioni di Musharraf, che rischiano di rendere ancora più fragile il quadro politico del Paese, al confine con l’Afghanistan si sono verificati scontri tra le forze governative e i militanti islamici filo-talebani.
Anche la zona in cui è avvenuto l’attentato all’ospedale, il distretto di Dera Ismail Khan, si trova vicino a zone tribali dove l’esercito pachistano combatte contro gli islamici radicali vicini ad Al Qaida e contro i talebani afgani. Dietro l’attentato di oggi si nascondono però le tensioni tra sunniti e sciiti locali. La strage si è infatti verificata mentre decine di sciiti protestavano davanti all’ospedale per la morte di un commerciante, un loro leader, vittima della violenza di un gruppo sunnita. Nelle ultime tre settimane, scrive la Bbc, almeno 15 persone sono rimaste uccise nel distretto di Dera Ismail Khan in lotte settarie. A Bajaur, roccaforte talebana, negli scontri avvenuti tra esercito e militanti filo-talebani sono morte 19 persone.

La scorsa settimana, riferiscono fonti militari, sempre in questa zona sono stati uccisi 150 talebani e 13 soldati. I temi della sicurezza e della lotta ai fondamentalisti saranno tra i nodi cruciali da sciogliere per chiunque assumerà la guida del Paese.

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