Raid aerei della Nato hanno colpito le posizioni dellesercito di Gheddafi a Misurata, città della Libia occidentale assediata da sei settimane dalle forze lealiste e teatro di violenti scontri che anche ieri hanno mietuto vittime tra i ribelli (trenta secondo fonti mediche). «Da ieri stiamo registrando un cambiamento positivo nelle forze Nato. Hanno bombardato almeno quattro siti delle forze di Gheddafi a Misurata», ha detto Mustafa Abdulrahman, uno dei capi degli insorti in città, soddisfatto anche per la ribadita intenzione dellUnione europea di inviare truppe di terra per aprire un corridoio umanitario per salvare la Sarajevo libica.
Questa soddisfazione viene però stemperata dallo stop imposto dagli aerei Nato a un Mig dei ribelli che aveva violato la no-fly-zone e soprattutto dalle dichiarazioni rilasciate ieri da Anders Fogh Rasmussen, segretario generale dellAlleanza Atlantica, al settimanale tedesco Der Spiegel. Alla domanda «Si può vincere questa guerra senza linvio di truppe di terra?», Rasmussen ha risposto: «La risposta sincera è che non cè una soluzione militare a questo conflitto. Abbiamo bisogno di una soluzione politica e spetta al popolo libico lavorare in questo senso. La Nato si concentra sullapplicazione della risoluzione 1973 dellOnu che ordina di proteggere i civili libici e ci atterremo strettamente a questa risoluzione, è il nostro mandato».
Nella parte orientale della Libia continuano intanto i combattimenti tra le forze ribelli e i militari inviati da Gheddafi.
Teatro degli scontri più duri ancora la periferia della città di Agedabia, da cui parte la strada che conduce a Bengasi, capitale dei ribelli: qui ieri pomeriggio cè stata una potente esplosione, che i ribelli avevano attribuito a un attacco Nato contro i lealisti salvo poi essere smentiti dalla coalizione occidentale.
E mentre la prima petroliera con carico venduto dai ribelli (112 milioni di dollari) sta facendo rotta verso la Cina, a Tripoli, invece, Gheddafi ha fatto la sua ricomparsa in pubblico. Il Colonnello si è fatto riprendere dalla televisione di Stato mentre visitava una scuola elementare della capitale, con gli scolaretti addestrati a scandire slogan in suo sostegno.
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