La neve non è arrivata e in città piovono polemiche

(...) l’«apocalisse bianca» come è stata definita l’operazione di protezione civile messa in piedi dal Comune si è rovesciata sul sindaco Vincenzi e su tutta la giunta.
Da più parti sono piovute critiche per il «falso allarme» che ha mobilitato tutti in vista di un evento che non c’è stato. E tutto perché le temperature sono state di un grado superiori a quelle previste: quel grado ha fatto la differenza.
«L’allerta meteo è un atto giuridico del dipartimento di Protezione civile della Regione e non c’erano motivi per disattenderlo. Inoltre era la prima volta, da quando esiste questo sistema in Liguria, che veniva diffuso il secondo grado, ovvero quello più grave. Se tornassi indietro rifarei tutto nello stesso modo» ha dichiarato ieri l’assessore comunale alla Protezione civile Francesco Scidone in merito al dispositivo messo a punto in previsione della consistente nevicata, che poi non si è verificata.
«Non voglio buttare la croce addosso ai previsori che sono sempre stati precisi, né fare polemiche - ha detto Scidone - perché sono convinto che cerchiamo tutti di lavorare al meglio. Credo anche che sia molto difficile dire con esattezza quello che succederà. In questo caso ad esempio è bastato un grado in più per determinare una situazione meteo completamente diversa da quella prospettata». L’assessore ha sottolineato come i provvedimenti per fronteggiare la situazione di maltempo siano stati presi giovedì mattina per dare il tempo a tutta la cittadinanza di essere informata e di organizzarsi.
Intanto - magari per fronteggiare meglio casi come quello che si è verificato ieri - è allo studio un sistema informativo per raggiungere i genovesi in caso di emergenza. Alla fine è proprio quello che chiede l’Arpal, che non ci sta a sentirsi buttare la croce addosso.
«Occorre tarare un sistema che a partire da un’alta affidabilità delle previsioni del tempo, ormai assodata, attivi nel modo ottimale la catena di risposta, pubblica e privata, consapevoli del fatto di operare sempre nell’ambito di un sistema previsionale in cui la variazione di pochi decimi di grado può comportare o meno scenari e disagi molto diversi» si legge nella nota dell’Arpal, in risposta alle polemiche.
«Le temperature osservate a Genova sono state di un grado in più di quanto necessario per favorire le precipitazioni nevose. Un intervallo - si sottolinea nella nota - che rientra nella normale tolleranza della previsione anche in relazione alle caratteristiche geomorfologiche della Liguria». «Dobbiamo accettare il fatto che a Genova possano verificarsi eventi nevosi o gelate e che la città, così come le altre città del nord - si prosegue - possa continuare a funzionare regolarmente con i pochi semplici routinari accorgimenti attivati dall’amministrazione comunale e con la collaborazione indispensabile e i comportamenti consoni e responsabili di tutti i cittadini».
Dopo le mareggiate dei giorni scorsi non è più rientrata in servizio nemmeno la neve bus per l’impossibilità di attraccare a Molo Archetti, a Pegli.
Intanto nell’entroterra, dove neve c’è stata e c’è, sono entrate in azione anche le turbine della Provincia per liberare le carreggiate dalla neve, che in Alta Valle Stura e Val d’Aveto ha superato ieri i sessanta centimetri, come in alta Val Trebbia dove gli spazzaneve dall’altra notte hanno già effettuato cinque sgomberi delle strade provinciali. Un uomo di 67 anni è morto per un malore nel pomeriggio mentre spalava la neve davanti a casa a Livellato, frazione del Comune di Ceranesi. Ieri nevicava ancora molto nelle valli Scrivia, Stura, Orba e Aveto, mentre in Val Trebbia e Fontanabuona c’era nevischio e nelle valli Polcevera, Sturla e Graveglia ha smesso di nevicare. Oltre agli spazzaneve e ai mezzi spargisale, in azione senza sosta da due giorni, per tutta l’altra notte e ieri coordinati dall’assessore alla viabilità Piero Fossati, sono intervenute anche le turbine per aspirare e soffiare via dalle carreggiate i cumuli di neve più grandi che i vomeri degli spazzaneve non riuscivano a spostare. Una turbina ieri era al lavoro dalle 11 in Val d’Aveto sulla provinciale 586 e un’altra in azione dalle 14.30 in Valle Stura, sulla provinciale di Tiglieto, affiancando gli spazzaneve che hanno già effettuato dai quattro ai sei sgomberi su tutta la rete delle vallate, assieme agli spargisale per garantire il transito sulle strade provinciali, dove si circola con catene montate nelle Valli Orba, Stura, Scrivia, Trebbia e Aveto e sui valichi. I mezzi pubblici dell’Atp hanno comunque superato l’emergenza tranne in due casi ai Giovi e in località Vara.


Riaperta la provinciale di Olbicella a Tiglieto, restano ancora chiuse per il pericolo di slavine dovute ai grossi cumuli di neve formati dal vento in alta Valle Stura la provinciali del Faiallo, in Val d’Aveto quella di Alpepiana e nel territorio di Borzonasca, quella di Sopralacroce verso il passo di Ghiffi e gli interventi su questi tratti saranno avviati non appena le condizioni permetteranno a uomini e mezzi di operare in sicurezza.

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