Nick, il gatto samaritano che adotta i leprotti

Adesso basta. Non se ne può più di questi cani eroi, i San Bernardo che, con la botticella di cognac sotto il collo salvano sportivi (imbecilli) che hanno fatto il fuori pista quando da tre giorni c’erano soltanto allarmi a causa delle slavine.
E che dire dei sussiegosi Terranova di fianco al pattino di salvataggio, pronti a tuffarsi in acqua quando l’ennesimo bagnante (imbecille pure lui) ha fatto il bullo e si è buttato con tre bandiere rosse che chiaramente non c’entravano nulla con la festa dell’Unità?
E i Labrador del Ground Zero e quelli che negli aeroporti fiutano la droga, e quelli che guidano i non vedenti e i cocker che scoprono il diabete e i melanomi e... insomma è ora di finirla con questa faccenda del cane che è il più fidato amico dell’uomo, l’indefesso soccorritore di tutto quanto versa in condizioni perniciose. Oh, mi sono sfogato! E il gatto, dove lo vogliamo mettere? Ma sì, al solito, indipendente, menefreghista, asociale, mangiatore di bistecche a tradimento, neanche più capace di mangiare un topo (che se ne vede uno non dorme per una settimana), figuriamoci se si mette a soccorrere vite umane o animali. Si mangia le sue crocche, caccia due sbadigli e poltrisce per diciotto ore consecutive, mentre i cani sgobbano. Ebbene, la storia del gatto Nick ci insegna che non tutti i gatti sono dei mangiapane a tradimento. Anche tra i felini domestici si nascondono gli eroi. In una frazione di Guardamiglio, nel lodigiano, succede che Sara possiede un gatto di nome Nick, il quale è solito passare il suo tempo diviso tra lunghi sonni nella sua specie di cuccia in cantina e qualche esercizio venatorio senza grandi successi: le lucertole oggi sono sempre più veloci e gli uccelli s’involano come Frecce tricolori. O magari è l’età che avanza.
Un giorno Sara scende in cantina e non crede ai suoi occhi. Si avvicina al felino fusante e si accorge che quelli sotto alla sua capace pancia non sono gattini ma sembrano coniglietti nani. Corre a casa Cappa e chiama Mariangela, un’amica che è nota in tutta la frazione di Valloria, assieme alla sua famiglia, per essere un’amante degli animali, sempre circondata da conigli, galline, anatre e fauna eterogenea ben gradita nel cascinale in cui vive assieme a papà Luigi, mamma Bianca Rosa e la sorella Beatrice. Appena vede i tre ospiti di Nick, Sara capisce subito che si tratta di leprotti nati da poco, evidentemente recuperati dal micio chissà dove perché avevano perso la mamma. Se ne occuperà lei.
Purtroppo l’inizio dell’avventura di Mariangela si rivela piuttosto difficile. Due leprotti muoiono quasi subito. Rimane Paci che, nonostante gli occhi chiusi, mostrava da subito di essere il più tondo e il più in carne. E infatti è sopravvissuto. Sta in una mano di Mariangela e succhia avidamente il latte dal minibiberon che la ragazza gli offre coccolandolo e sussurrandogli parole dolci.
Mariangela e papà Luigi non hanno nessuna intenzione di lasciar fuggire l’ospite, perché tra poco inizia la caccia e un leprotto, salvato da un gatto e allevato dall’uomo potrebbe avere le idee un po’ confuse tra chi sono amici e nemici, evitando di darsela a gambe di fronte alla doppietta. Per questo, nell’orto di casa Cappa c’è ora un piccolo recinto dove Paci zampetta.


E adesso come la vogliamo mettere con questi gatti scrocconi e menefreghisti? Balle, anche tra i gatti ci sono tanti eroi, come Tommy che a Cairns, in Australia, ha salvato quattro persone da un incendio, come Shadow che a Calgary salvò Karen e i suoi due figli dal monossido di carbonio. Solo che loro lo fanno in silenzio, mentre i cani si danno un sacco di arie.

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