Un no alla cittadinanza italiana per i figli degli immigrati

Ho appreso dai giornali che il ministro dell’Interno Amato ha convocato la Consulta islamica, istituita dal suo predecessore Pisanu. La cosa curiosa è che all’odine del giorno è prevista la discussione sull’eventualità, presa seriamente dal centrosinsitra, di concedere la cittadinanza italiana «ius solis» ai figli degli immigrati nati in Italia. Ciò comporterebbe il diritto per i genitori immigrati di rimanere perennemente in Italia con il figlio cittadino italiano. C’è da chiedersi come mai si debba discutere di tale argomento nella Consulta islamica, se si considera che gli immigrati sono solo per una parte musulmani, e che ci sono anche gli altri, in maggioranaza provenienti dall’Est europeo (romeni, ucraini, moldavi, polacchi), ma pure filippini, peruviani, argentini, equadoregni, brasiliani, cingalesi, congolesi, e persino arabi cristiani (libanesi maroniti, egiziani copti, palestinesi, giordani, siriani e iracheni cristiani) ed ebrei di diverse cittadinanze. Cosa c’entra, dunque, la Consulta islamica? Non rappresenta mica la totalità degli immigrati. Per di più l’eventuale approvazione di una tale legge comporterebbe molti aspetti inquietanti.

Ve li immaginate i figli dei tanti imam integralisti sparsi nelle varie moschee in Italia che nascono nel nostro Paese e ottengono automaticamente la cittadinanza italiana? Ci ritroveremo tra una o due generazioni dei concittadini fondamentalisti. Il Giornale, non allineato con il conformismo delle altre testate, dovrebbe al più presto lanciare un allarme per questa incosciente poltica buonista. Prima della riunione della Consulta.

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