Cento milioni subito e niente emendamento al decreto sulla semplificazione fiscale. È grazie al presidente della Camera Gianfranco Fini se i nuovi controlli sui bilanci dei partiti pensati dalla «maggioranza dellABC» prendono la strada del disegno di legge. Un iter «tradizionale» che consentirà, per la gioia dei partiti, di far saltare la possibilità, evocata da molti, di «congelare» e far slittare a fine estate la penultima rata dei rimborsi elettorali per le politiche del 2008. Quindi il maxi assegno da 100 milioni ai partiti arriverà regolarmente a fine giugno.
Il no della presidenza della Camera non è arrivato del tutto a sorpresa: da giorni si parlava della possibile inammissibilità dellemendamento al decreto legge fiscale per «estraneità alla materia». Di fatto, però, il no allemendamento proposto dai tre partiti ottiene il risultato di allungarne i tempi di approvazione e, come si capisce bene dalle parole dello stesso Bersani, permette ai partiti di trincerarsi dietro un «non è colpa nostra».
Fini, dal canto suo, respinge la lettura che arriva dal Pd: è stato il relatore Gianfranco Conte a dire che lemendamento era inammissibile, il presidente della Camera non poteva fare altrimenti. Tesi, questultima, che ha come altro effetto di rassicurare il Colle, visto che linquilino del Quirinale aveva espresso già da tempo la sua contrarietà nei confronti della pratica degli emendamenti non attinenti alla materia dei decreti.
Qualche fonte parlamentare, in realtà, spiega che il capo dello Stato non sarebbe nemmeno entusiasta delle norme messe a punto dai partiti, perché servirebbero misure più incisive. Voci che non trovano conferma al Quirinale, ma che si accompagnano a quelle, in arrivo dal Terzo polo, che parlano di possibili correzioni alla proposta di legge durante lesame: in particolare, non si esclude linserimento di qualche taglio ai rimborsi già in questo provvedimento. Tesi sulla quale, in realtà, sembra scettico il tesoriere Pd Antonio Misiani: «Abbiamo scelto di muoverci in due tempi.
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