Non solo lingerie per le donne: adesso la pancera diventa sexy

Ultima frontiera dell'erotismo. L’indumento intimo femminile meno amato da lei (ma anche da lui) sdoganato da una sensuale Anna Falchi ospite della trasmissione di Barbara D’Urso. Ma se a portarla non è una bellona, l’effetto sarà lo stesso?

Non solo lingerie per le donne: 
adesso la pancera diventa sexy

Nel 2001 a un certo punto del «Satyricon» di Daniele Luttazzi, si sfilava gli slip. Erano piccolissimi e di pizzo rosso. Nel 2011, a un certo punto del «Stasera che sera» di Barbara D’Urso è rimasta in pancera. Era grandissima e di tessuto elastico nero. Simbolo, paradossalmente, di una più snella qualità di vita, esigenza imprescindibile di una post gravidanza. La cosa incredibile è che l’immaginario erotico le è andato dietro. In un solo istante ha sbandato in coda alle sue curve e si è sistemato là, tra un gancio e l’altro.
Quando domenica sera Anna Falchi, si è sfilata la gonna per i fortunati telespettatori di Canale 5, seppellendo con un gesto e una porzione più sostenuta di stoffa anni di calendari, nudità esplicite, e tutto ciò che ad essi andava dietro, l’effetto è stato più o meno quello che aveva prodotto in Marcello Mastroianni l’inarrivabile Sophia Loren nello spogliarello di «Ieri, oggi, domani», o quello con cui la regina del burlesque, Dita Von Teese, aveva ipnotizzato il pubblico di Sanremo infilata in una gigantesca coppa di champagne.
C’era Gianluca Nicoletti in studio da Barbara D’Urso che con la velocità e l’efficacia di eloquio che lo contraddistinguono ha intercettato il goloso sgomento del pubblico e in un istante lo ha tradotto: «Care Pupe (erano presenti anche due esemplari del programma “La pupa e il secchione”, ndr), i vostri tanga sono stati seppelliti dalla pancera della Falchi. Che oggi è il vero oggetto dell’erotismo» ha sentenziato più o meno lo scrittore.
Ed essendo la memoria molle come cera (la nostra e quella della Falchi), in un batter d’occhio, pure noi abbiamo iniziato a rimodellare la nostra fantasia partendo da quell’oggetto ingombrante. Rottamando anni di pose sexy e carni a vista, dismettendo modelli di studiatissimi sguardi con i quali avremmo voluto rendere chiaro il messaggio «si cena alle otto, il piatto forte sei tu».
Per carità, posto che a dover scegliere tra il perizoma e la pancera uno ci deve proprio essere tirato a schiaffi, in un attimo ci sono venute in mente quelle miriadi di campagne pubblicitarie zeppe di cerbiatte agonizzanti nella loro taglia trentasei, con il trucco pesante agli occhi, colli esilissimi, gambe inesistenti, maglioni oversize e mutandoni.
Che davvero abbiano ragione loro? Che davvero oggi, il segreto stia in quella lingerie sgraziata e «sega coscia»? Che davvero l’immaginario erotico del maschio si sia messo a navigare per rotte tanto strane da godere del fatto che quella che gli si spoglia davanti sia agghindata «sotto» più o meno come il suo commilitone durante la naia? Poi però ci siamo riavute. Abbiamo smesso di farci intimorire dalla Falchi e affascinare da Nuvoletti. Se è vero che certe donne vagano desnude con talmente tanta carne in mostra da far venire in mente le vetrine di Peck, è vero anche che non sempre e non necessariamente, il fatto di camuffarsi con certi infrequentabili indumenti intimi sia di per sé un punto vinto nella complicata partita tra i sessi. Temiamo che non sia sufficiente coprirsi come non è affatto sufficiente scoprirsi. Se nella pancera di Anna Falchi ci fosse stata Ave Ninchi, la scena si sarebbe fatta incresciosa almeno quanto se nei tanga delle Pupe ci fosse entrata Tina Pica.
Sostanzialmente, ci pare una gran bella banalità anche quella che vuole il «vedo, non vedo» necessariamente più sexy dello scoperto netto. Dipende da cos’è che uno vede, siamo onesti. E si fa anche presto a parlare di «immaginario erotico» mono orientabile. Vai a capire in che pieghe si infila l’immaginario erotico di ognuno. C’è chi ha raggiunto la pace dei sensi e chi i sensi non li ha nemmeno mai raggiunti. Basta vedere l’ultima moda di New York, quella dei «ribelli della mutanda» che salgono in metropolitana senza pantaloni e si danno l’imperativo di «far finta di niente». Mah, difficile stabilire regole. Anche sulla pancera di Anna Falchi. Quantomeno fino a che nella pancera ci sta Anna Falchi. Facciamo la prova con un’altra e poi vediamo cos’è sexy...


Questa entusiasta «tendenza», ci fa un po’ venire in mente la svagolata ma saggia segretaria di Melanie Griffith in «Una donna in carriera», quando, per riportare l’impostora bionda con i piedi per terra (dopo che, avendo rubato l’identità della sua capa Sigourney Weaver, si scorda di non essere la sua capa Sigourney Weaver) le dice: «Anch’io ogni tanto, la sera mi metto a cantare davanti allo specchio in reggipetto. Ma non per questo sono Madonna».

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