Sedici udienze, quattro anni di perizie e alla fine, in appello, la sentenza «liberatoria». Un padre accusato di aver usato violenza alla figlioletta di soli dieci anni è stato assolto ieri dai giudici di Genova perché «non imputabile in quanto non in grado di intendere e di volere al momento del fatto visto che è sonnambulo». Lepisodio risale al 1999. Piero, separato dalla moglie, in base agli accordi di visite accoglie nel suo appartamento la figlia il fine settimana. Padre e bimba dormono insieme nel letto matrimoniale ed è dopo una di queste notti che la piccola, facendo una confidenza alla madre, racconta che il papà «mentre dormiva» le ha sfilato la biancheria e lha accarezzata. Scatta la denuncia e per luomo, difeso dallavvocato Riccardo La Monaca, comincia liter giudiziario che si conclude dopo due anni con una sentenza in primo grado di condanna a due anni con la condizionale e la sospensione della patria potestà. Poi il ricorso in appello. «Non ho mai detto che mia figlia fosse bugiarda - racconta luomo oggi visibilmente sollevato -, ho spiegato sia a lei sia ai giudici che io non ricordavo nulla, ma proprio nulla in proposito». Luomo ha sempre dichiarato agli inquirenti e ai magistrati che via via in questi otto anni lhanno interrogato che la bambina, oggi diventata adolescente, è intelligente e che «il suo racconto non poteva essere inventato».
Cosa è accaduto? «Sono state le perizie alle quali il giudice di appello mi ha sottoposto a chiarire quanto poteva essere accaduto - spiega luomo -. E gli specialisti dellospedale San Martino hanno stabilito che sono sonnambulo».
E chi è sonnambulo non è imputabile. «Esatto», spiega lavvocato La Monaca, che aggiunge sorridendo: «Certamente però in stato di sonnambulismo non si può andare a rapinare una banca, insomma... sarebbe poco credibile quantomeno per il pigiama. In caso di reati di tipo sessuale, e nelle circostanze in cui è avvenuto il fatto, la spiegazione è stata ritenuta più che plausibile dai giudici e dai loro periti». Infine una curiosità.
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