Panama, c’è tanta Italia nel raddoppio del Canale

Partono i lavori per il raddoppio del Canale di Panama, il progetto da 3,3 miliardi di dollari assegnato a un consorzio di cui fa parte Impregilo e che prevede la realizzazione di due nuove serie di chiuse (una lato Atlantico, una lato Pacifico) per consentire di incrementare il traffico commerciale attraverso il canale. Una risposta concreta allo sviluppo dei trasporti marittimi con il passaggio di navi di maggiori dimensioni e tonnellaggio. La presenza del made in Italy, tuttavia, non si ferma a Impregilo, ma conta altre grandi firme: Trevi, Astaldo, Ghella (infrastrutture), Italfer e Trenitalia (trasporti), per finire con Enel. I vertici di queste aziende saranno a Panama City oggi per ufficializzare l’inizio dei lavori, una delegazione tutta italiana guidata dal viceministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, dal presidente di Simest, Giancarlo Lanna, e dal presidente dell’Ice, Umberto Vattani.
La stessa Impregilo guida un raggruppamento di imprese italiane, tra le quali anche Astaldi e Ghella, per la realizzazione della linea metropolitana che attraverserà tutta la città, il cui costo complessivo è stato stimato a 1,5 miliardi di dollari.
Il viceministro Urso e i manager italiani incontreranno il presidente della Repubblica, Ricardo Martinelli, con il quale, tra l’altro, farà il punto sull’andamento del negoziato per l’accordo bilaterale sulla doppia imposizione, che rafforzerà ulteriormente la presenza economica italiana a Panama. Poi Urso incontrerà anche i ministri dell’Industria, del Commercio, dei Lavori Pubblici, della Salute e dell’Agricoltura. Domani, invece, è previsto anche un business forum.


Oltre alle opportunità offerte dalle infrastrutture, i settori strategici individuati dal piano quinquennale degli investimenti (2009-2014) varato dal governo Martinelli (risorse per complessivi 13,51 miliardi di dollari) sono il trasporto urbano, iniziative sociali, ospedali e di scuole di eccellenza, con particolare attenzione alla diffusione capillare dell’accesso ad internet. Senza trascurare lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia dell’ambiente.

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