«Le pattuglie alpini-carabinieri garanzia di sicurezza nei caruggi»

«Le pattuglie alpini-carabinieri  garanzia di sicurezza nei caruggi»

(...) Tre punti di vista che hanno messo il tema della sicurezza al centro. Perché la sicurezza è l'essenza stessa della società: «Senza sicurezza non ha senso l'esistenza stessa dello Stato che nasce come patto tra i cittadini per darsi regole che li tutelino» ricorda uno dei soci, l'avvocato Generale della Procura della Repubblica Luigi Carli. Eppure sul tema «non si è ancora arrivati a concetti chiari e condivisi», fa notare lo stesso Carli.
Lussana si è soffermato su un approccio più politico-sociale: «L'attuale normativa sull'immigrazione è sicuramente migliorabile, ma le prese di posizione ideologiche non risolvono il problema né della sicurezza né dell'immigrazione», ha spiegato Lussana ricordando la bocciatura da parte della magistratura della legge regionale che vietava la costituzione di Cie (centri di identificazione ed espulsione) in Liguria. Pinto, invece, ha respinto praticamente tutta la legislazione in tema di immigrazione. A partire dagli stessi Cie che, come piccole Guantanamo, «sono in contrasto con l'articolo 13 della nostra Costituzione che considera la libertà personale inviolabile». Non solo, le stesse norme introdotte dal Governo e dal Parlamento, creano razzismo perché «da un punto di vista giuridico il clandestino commette un reato e diventa di fatto un delinquente», rincara Pinto che non risparmia analogie col ventennio: «Si condanna lo status (di clandestino, ndr) indipendentemente dal fatto di commettere reati come non ha fatto neanche il regime fascista». Insomma una legge quasi tutta da buttare secondo il pm che si dichiara fermo seguace della mobilità dei popoli e non esita a citare il «terzo articolo definitivo per la pace perpetua di Kant: l'ospitalità». E poi la costituzione francese del 1793, la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo. Fonti della libertà di movimento che dovevano rappresentare «l'evoluzione dell'uomo» ma si sono trasformati in «involuzione» nella nostra legislazione che ha trasformato «un diritto in un delitto».
Ma a evitare facili deduzioni tra marginalizzazione e aumento della criminalità ci pensa il carabiniere Micale che senza entrare nel merito della legge presenta i dati relativi al numero dei reati. Non solo si sono ridotti di un quarto nel centro storico, ma nell'intero territorio genovese tra il 2008 e il 2009 si è assistito a un calo del 6 per cento che ha interessato tutte le tipologie di crimini a parte gli scippi. Risultati che sono la conseguenza della politica messa in pratica dall'Arma: «Negli ultimi anni siamo scesi dalle gazzelle, siamo usciti dalle stazioni per incontrare i cittadini e migliorare il rapporto con le persone anche coi carabinieri di quartiere». E per quanto riguarda gli scippi: «Probabilmente la forte presenza di anziani ha incrementato questi reati», ha spiegato il comandante mettendo anche in luce la differenza che spesso si riscontra «tra numero dei delitti e senso di sicurezza percepito dai cittadini».

«E' difficile convincere un anziano genovese che può camminare tranquillamente tra i vicoli di Genova quando a me è capitato di percorrere via Pré e non incontrare un solo italiano», così come «è quasi impossibile convincere chi ha appena subito uno scippo che nel complesso i reati sono diminuiti e lui può stare più tranquillo».

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