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"Canto i disagi dei giovani. Rispetto al passato? Abbiamo più strumenti"

Ventun anni, ama i temi difficili e il suo obiettivo è continuare a lavorare con la musica. Dal nuovo album all'attenzione alle difficoltà della sua generazione, gIANMARIA si racconta a ilGiornale.it in occasione dell'evento "Cupra Talks: Music edition"

gIANMARIA: "Canto i disagi dei giovani. Rispetto al passato? Abbiamo più strumenti"

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gIANMARIA: "Canto i disagi dei giovani. Rispetto al passato? Abbiamo più strumenti"

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Si firma con un nome tutto in maiuscolo, tranne la prima lettera: gIANMARIA è Gianmaria Volpato, 21 anni, giovanissimo talento che ha sfondato nel mondo della musica. In poco più di due anni è partito dal niente per guadagnarsi i palchi più difficili (e ambiti). Prima X Factor, nel 2021, dove presenta la canzone "I suicidi" - che fa capire già dal titolo di che pasta è fatto. Poi, nel 2022, vince Sanremo Giovani. E a febbraio ha calcato insieme ai Big il palco dell'Ariston cantando "Mostro", una canzone sul senso di colpa, sull'ambizione e sulla "mostrificazione" del successo. Nonostante la giovanissima età, gIANMARIA ama i temi difficili, come racconta a ilGiornale.it in occasione dell'evento "Cupra Talks: Music edition".

Cosa ti hanno lasciato queste esperienze, a partire da X Factor e poi Sanremo?

Mi hanno lasciato sicuramente esperienza, per l'appunto. Mi hanno fatto crescere molto. Ho avuto modo di confrontarmi con dei professionisti. X Factor e Sanremo sono stati due ingredienti fondamentali per consentirmi di fare quello che faccio adesso: musica di lavoro.

Il tuo obiettivo è quello di lavorare con la musica?

Assolutamente sì. Per adesso soltanto nella musica, dove vorrei lavorare il più possibile. Un domani però, oltre alla musica, mi piacerebbe lavorare anche in altri ambiti. Sempre artistici.

Ad esempio?

Mi piacciono moltissimo il cinema, la letteratura e la narrativa. Adesso per fortuna faccio solo questo, la musica, ma un domani vorrei aprirmi anche altre strade quando sarò un po' più libero.

Hai tanti obiettivi da realizzare, ma molti già messi a segno.

Sì, assolutamente.

Parliamo del tuo album, colpisce fin dal nome: si intitola “Fallirò”. Ti è già capitato di scontrarti con dei fallimenti nella tua vita?

Non nella mia carriera, perché è appena iniziata. Mi sono però scontrato con dei fallimenti, o comunque con situazioni che per me erano tali, nella mia vita privata.

Per te che cosa rappresenta il fallimento? Come lo vivi?

Ho sempre inteso il fallimento come un momento in cui il tuo cervello lavora il doppio perché deve riprendersi da una situazione negativa. Per quanto mi riguarda, ho esorcizzato questo momento facendo questo album, “Fallirò”, dicendo appunto che non c'è niente di male se si fallisce.

È un bel messaggio da lanciare ai giovani di oggi. E tu spesso nelle canzoni affronti temi difficili e importanti. Avverti nella tua generazione la presenza di una sorta di disagio che deve essere espresso? Come pensi possa essere affrontato?

Sì, in questo particolare momento storico noi giovani abbiamo dei disagi. Sembra che ce ne siano di più rispetto al passato, però non credo sia così. Semplicemente, oggi si sono trovati sempre più termini per descrivere il disagio e lo si analizza di più. Per questo adesso ce ne sono moltissimi. Ma la mia generazione ha dei disagi come le generazioni di un tempo, con la differenza che ora siamo al corrente della situazione, possiamo e dobbiamo risolvere questi disagi. Abbiamo la possibilità di sfogarci e di fare quel che ci piace. Anche trovando le nostre passioni, che credo sia la cosa più difficile.

Avete più strumenti non solo per comprendere i disagi, ma anche per esprimerli e fare rete, parlarne tra di voi e non solo.

Assolutamente sì. Abbiamo tantissimi strumenti, a partire dai social network.

Vanno sfruttati nel modo giusto ma devono essere usati.

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