Generali Le Generali cercano una stabilità dopo le turbolenze culminate nelle settimane scorse con le dimissioni
del presidente Cesare Geronzi, sostituito da Gabriele Galateri di Genola. Il bilancio 2010, su cui si era registrata
l’astensione del vicepresidente Vincent Bolloré, ha segnato un rilevante incremento della raccolta e della redditività. I
premi complessivi si sono attestati a 73 miliardi di euro, il 3,8% in più rispetto al 2009, mentre il risultato operativo è stato
pari a 4 miliardi, l’11% in più nel raffronto con l’anno precedente; l’utile netto si è attestato invece a 1,702 miliardi, il 30%
in più rispetto agli 1,309 del 2009, mostrando una delle crescite più elevate del settore. Il risultato operativo complessivo
è stato spinto da quello del segmento vita, aumentato del 23,5% a 3,026 miliardi, la soglia più elevata mai registrata dal
gruppo, grazie soprattutto alla crescita dei premi e al contributo positivo apportato dalla gestione degli investimenti.
Nei rami vita i premi complessivi si sono attestati a 51,098 miliardi (+4,5% rispetto al 2009), in particolare grazie
alle ottime performance della raccolta in Italia (+6,8%), Germania (+12,5%), Est Europa (+5,8%) e Paesi emergenti,
soprattutto Cina e Sudamerica. La nuova produzione in termini di Ape (annual premium equivalent, la base utilizzata per
calcolare il valore della nuova produzione vita) ha segnato un risultato record, attestandosi a 5,333 miliardi : i margini
sulla nuova produzione sono stati invece pari al 19,7%, in leggero calo rispetto al 21% alla fine del 2009.
Malgrado il recupero nell’ultimo trimestre del 2010 è peggiorato il risultato operativo del segmento danni, con una
flessione dell’11,4% attestandosi a 1,128 miliardi. L’andamento è stato determinato dall’incidenza delle calamità naturali,
soprattutto nei Paesi dell’Unione europea, che hanno pesato per circa 380 milioni (110 in più rispetto al 2009) e dal
basso livello dei tassi di nteresse a breve, che maggiormente caratterizzano gli investimenti del segmento. L’attenta
politica di sottoscrizione e il controllo delle spese hanno permesso comunque di mantenere una redditività tecnica
positiva nel settore danni.
Il combined ratio si è attestato infatti al 98,8%, in lieve crescita rispetto al 98,3% a fine 2009, malgrado l’impatto delle
catastrofi che hanno pesato per quasi due punti percentuali. La raccolta danni ha segnato un incremento del 2,1%
attestandosi a 22,090 miliardi, spinta in particolare da Francia e Italia, rispettivamente +3,7% e +1,2%: i premi auto
rappresentano il 40,5% del totale. Nell’asset management le masse gestite sono ammontate a 432 miliardi, il 6,4% in più
nel raffronto con l’anno precedente.
Una crescita è stata segnata dagli investimenti con rischio a carico della compagnia, che si sono attestati a 322 miliardi,
rispetto ai 307 alla fine del 2009: la suddivisione è rimasta sostanzialmente immutata rispetto all’anno precedente, con
il 79% in strumenti a reddito fisso, l’8% in azioni, il 5% in immobili e la quota restante in altri attivi: la gestione dinamica
ha permesso di ottenere una redditività corrente pari al 4,2%, in leggero calo rispetto all’anno precedente. Il patrimonio
netto è aumentato a 17,5 miliardi, rispetto ai 16,5 a fine 2009: l’indice di solvibilità misurato in termini di Solvency I si è
attestato al 132% contro il 128% alla fine dell’anno precedente.
Nel 2011, le Generali prevedono di confermare nel settore vita i livelli produttivi raggiunti l’anno scorso, privilegiando
però prodotti a più basso assorbimento di capitale e più elevato ritorno in termini di valore della nuova produzione.
Nei rami danni è prevista una conferma dei tassi di crescita registrati l’anno scorso, grazie alla ripresa del ramo auto e
al buon andamento del settore non auto. Ipotizzando un’incidenza a livello fisiologico di eventi di natura catastrofale,
è previsto inoltre un miglioramento dei margini tecnici complessivi. In base a questo scenario complessivo, il gruppo
Generali prevede per il 2011 una crescita dei margini operativi e del risultato netto rispetto al 2010.
Fondiaria Sai Premafin, holding della famiglia Ligresti, ha firmato con Unicredit un accordo di patrimonializzazione di
Fondiaria Sai, principale controllata di Premafin, che prevede un investimento complessivo pari a 170 milioni da parte
della banca. La compagnia presieduta da Jonella Ligresti ha registrato nel 2010 un forte peggioramento della redditività:
l’esercizio si è chiuso con una perdita netta di 634 milioni contro l’utile di 40,2 milioni a fine 2009, a causa soprattutto
delle modifiche di valore su alcuni strumenti finanziari. Le svalutazioni contabilizzate ammontano complessivamente a
597 milioni (contro 121 al 31 dicembre 2009), di cui 304 relative a società controllate e collegate, fra cui la serba Ddor,
pari a 13 milioni : sul risultato in forte peggioramento ha inciso anche il contenuto flusso di dividendi, in particolar modo
da parte delle stesse controllate.
La raccolta premi di Fondiaria Sai ammonta a 5,063 miliardi, il 5,2% in più rispetto all’esercizio precedente, di 3,828 nei
rami danni e 1,235 nel vita, con incrementi rispettivamente del 2,2% e 15,8% nel raffronto con il 2009. Il conto tecnico
dei rami danni chiude con una perdita di 263 milioni contro il -172 dell’esercizio precedente. Nella Rc auto è migliorata la
qualità della raccolta, che ha visto l’eliminazione delle polizze con un andamento tecnico non soddisfacente e la crescita
del premio medio, e altri segnali incoraggianti provengono dalla netta riduzione dei sinistri denunciati, ma la progressiva
diffusione delle nuove tabelle di risarcimento dei danni fisici incide negativamente sul costo medio dei sinistri.
Per quanto riguarda gli altri settori di attività, i corpi veicoli terrestri hanno registrato una contrazione dei premi pari al
5,1% ma hanno chiuso con un utile di 21,5 milioni, contro la perdita di 17,2 milioni accusata nel 2009; è diminuito il
passivo del saldo tecnico degli altri rami danni, pari a 135,1 milioni. Il combined ratio complessivo del lavoro diretto si è
ridotto dal 108% al 105,9%, l’indice di sinistralità dall’83,5% all’80,6%. Nel settore vita il risultato tecnico evidenzia una
perdita di 14,2 milioni a fronte di un saldo attivo per 145,4 nel 2009; è stato determinato soprattutto dall’impatto delle
svalutazioni sui titoli in portafoglio. Il totale degli investimenti si attesta a 15,634 miliardi, in leggero calo rispetto alla fine
del 2009.
Le rettifiche di valore sulle azioni in portafoglio (in particolare le partecipazioni in Generali, Unicredit e Mps) hanno
determinato anche un sensibile peggioramento del risultato consolidato del gruppo Fondiaria Sai, negativo per 929
milioni contro i -391 alla fine del 2009. Nel lavoro diretto (che rappresenta la quasi totalità del portafoglio) i premi sono
stati pari a 12,943 miliardi (+5,3% rispetto al precedente esercizio), di cui 7,195 nei rami danni e 5,748 nel vita, in
crescita rispettivamente dello 0,5% e 11,9% nel confronto con il 2009. Il settore vita chiude con una perdita prima delle
imposte pari a 961 milioni (-498 nel 2009), a causa dell’insoddisfacente andamento tecnico e delle rettifiche sui titoli in
portafoglio.
Nella Rc auto, a fronte di un incremento dell’1,9% dei premi si registra un andamento negativo delle polizze emesse in
esercizi precedenti soprattutto in alcune aree del sud, caratterizzate da una notevole incidenza dei sinistri con danno alla
persona. Per quanto riguarda gli altri rami danni, rimane l’andamento tecnico negativo nella Rc generale e nel malattia:
nel 2010 il combined ratio è aumentato al 109,4% contro il 108% del precedente esercizio.
Il settore vita fa emergere un utile prima delle imposte pari a 2 milioni contro gli 85 a fine 2009: a fronte di un incremento
premi del 12%, si registra un contributo dell’area finanziaria grazie al realizzo di significative plusvalenze. La nuova
produzione valutata in termini di Ape ha registrato un considerevole miglioramento, attestandosi a 544 milioni contro i
465 a fine 2009.
Gli investimenti del gruppo Fondiaria Sai hanno raggiunto i 36 miliardi di euro (vale a dire il 4% in più rispetto ai 34,646
alla fine del 2009), mentre il patrimonio netto consolidato ammonta a 2,550 miliardi, in calo rispetto ai 3,11 alla fine del
2009: il margine di solvibilità consolidato registra di conseguenza un significativo peggioramento, attestandosi al 97%
contro il 120% a fine 2009. Per il 2011 il gruppo guidato dal nuovo amministratore delegato Emanuele Erbetta punta in
primo luogo sul recupero della solvibilità, grazie anche all’accordo sottoscritto con Unicredit (vedi articolo a pagina 10:
saranno esaminate cessioni di attivi assicurativi, immobiliari e attività diversificate, mentre la riorganizzazione interna
dovrebbe consentire un contenimento dei costi; per i rami danni, in particolare, l’obiettivo primario sarà la ricerca della
redditività.
Milano Assicurazioni Un sensibile peggioramento dei risultati caratterizza anche i conti 2010 di Milano Assicurazioni, controllata di Fondiaria Sai (e presieduta dallo stesso Erbetta). Il bilancio consolidato chiude con premi complessivi per 3,632 miliardi, di cui 3,104 nei rami danni e 528 nel vita, rispettivamente -1% e +6,5% nel raffronto con il 2009. Il combined ratio sale dal 108,9 al 114,8% mentre i rami vita fanno emergere una perdita prima delle imposte pari a 0,9 milioni, contro l’utile di 51,9 a fine 2009. Il bilancio consolidato della Milano chiude con una perdita netta di gruppo pari a 669 milioni contro quella di -140 registrata nel 2009.
Unipol Il 2010 segna il ritorno all’utile per Unipol gruppo finanziario, guidato da Carlo Cimbri, che nelle settimane scorse
ha formalizzato la cessione a Bnp Paribas del 51% di Bnl vita. Il bilancio consolidato chiude con un risultato economico
positivo pari a 71 milioni (contro -769 a fine 2009), in linea con le attese del piano industriale 2010-2012. Nel comparto
danni la selezione nella fase assuntiva ha portato a un calo dei premi diretti, che si sono attestati a 4,243 miliardi (-0,4%
sul 2009), di cui 2,553 nei rami auto, cresciuti dell’1,1%, e 1,690 nel non auto, che ha segnato una flessione del 2,6%
rispetto al 2009.
È continuata invece la crescita di Unisalute, azienda assicurativa specializzata nel ramo malattia, e della compagnia
diretta Linear. Le azioni di riforma del portafoglio hanno prodotto una riduzione di sei punti nell’indice di sinistralità, che
si è attestato all’80%, e in parallelo del combined ratio, sceso al 102,1% contro il 108% di fine 2009. Nel comparto vita
la raccolta diretta del gruppo bolognese è stata pari a 4,734 miliardi, in calo del 9% sul 2009, a causa della flessione
accusata da Bnl vita (destinata nei prossimi mesi a essere ceduta) e di un importante contratto, non ripetibile, che
era stato acquisito nel 2010. Per il 2011 la compagnia bolognese prevede un ulteriore miglioramento dei risultati: nei
prossimi mesi la holding Ugf riprenderà il vecchio nome Unipol.
Mediolanum Un miglioramento della redditività accompagnato a uno sviluppo dell’attività caratterizza il bilancio 2010 del gruppo Mediolanum, guidato da Ennio Doris. In termini omogenei l’utile netto è stato pari a 224 milioni, il 3% in più rispetto all’anno precedente, un risultato superiore alle aspettative: la crisi di fiducia che ha investito i titoli governativi di alcuni Paesi europei, compresa l’Italia, e le obbligazioni societarie è stata ampiamente compensata dall’aumento delle masse amministrate, e dal conseguente incremento dei ricavi ricorrenti da risparmio gestito e delle commissioni di performance sui fondi azionari. Gli attivi in gestione hanno raggiunto il massimo storico attestandosi a 45,849 miliardi, in crescita del 14% rispetto al 31 dicembre 2009, mentre la raccolta netta è stata positiva per 4,048 miliardi.
Cattolica Il 2010 è stato abbastanza positivo anche per Cattolica, la compagnia veronese presieduta da Paolo Bedoni. La raccolta complessiva (che comprende il lavoro indiretto) ha raggiunto i 4,817 miliardi, +10,6% rispetto al 2009, di cui 1,608 nei danni e 3,209 nei rami vita, con incrementi sull’anno precedente rispettivamente del 4,1% e 14,1%; l’utile netto consolidato è stato pari a 70 milioni, il 3,3% in più rispetto al 2009, quello di gruppo è aumentato invece del 6,4% attestandosi a 62 milioni. Nei rami danni i premi diretti sono aumentati del 4,1%, attestandosi a 1,594 miliardi: il combined ratio mostra un lieve peggioramento rispetto al 2009, attestandosi al 97,7%. I premi vita sono stati invece pari a 3,209 miliardi, con una crescita che ha riguardato le polizze rivalutabili tradizionali, i contratti di capitalizzazione e i fondi pensione.
Vittoria Assicurazioni Crescita anche per Vittoria Assicurazioni. La compagnia che fa capo alla famiglia Acutis ha, infatti, ottenuto nel 2010 un forte progresso sia sul piano della redditività sia su quello della crescita. L’utile netto consolidato è stato pari a 27,1 milioni, l’86,1% in più rispetto ai 14,5 milioni dell’anno precedente. I premi ammontano a 816 milioni, con un incremento del 22,1% nel confronto con il 2009; il risultato è stato ottenuto grazie anche allo sviluppo della rete agenziale.
La raccolta diretta vita ammonta a 143,3 milioni, in crescita del 10,8% rispetto all’anno precedente, mentre i danni segnano un incremento del 24,5%, attestandosi a 64,2 milioni, con +27,1% nell’auto e +18,3% negli altri rami.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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