Il piano sanitario di Montaldo è già da rifare

Il piano sanitario di Montaldo è già da rifare

Marcia indietro. Il giorno dopo la polemica suscitata dalle sue dichiarazioni in merito alla chiusura dei punti nascita negli ospedali ritenuti poco sicuri per la mancanza della Rianimazione, l’assessore alla Sanità Claudio Montaldo, da politico scafato qual è, si tappa la bocca. Poi rilancia. Fa una parziale ritrattazione sull’Evangelico. Alla fine aspetta. Aspetta di trovare consensi alle idee elaborate per un piano sanitario che, tuttavia, alla luce delle reazioni negative, sembra già da ripensare. Oggi Montaldo porterà in giunta le prime idee di indirizzo che dovrebbero sostenere le basi per il piano complessivo. Secondo le indiscrezioni i cambiamenti sostanziali non dovrebbero interessare la provincia di Imperia, dove l’offerta sanitaria non dovrebbe subire rivoluzioni, mentre nel Savonese sarebbe in ballottaggio una sola Chirurgia tra il San Paolo e il Santa Corona, e un punto nascita ad Albenga. Alla Spezia resterebbero le urgenze e a Sarzana le non urgenze, mentre a Genova, oltre alla riorganizzazione del Padre Antero Micone come ospedale di elezione (ambulatori e punto Oncologico), resta sicuro il Pronto Soccorso a Voltri.
Punto di domanda per l’Evangelico. Proprio il caso Ostetricia all’Evangelico ha fatto scoppiare la discussione. «La situazione dell’Evangelico è da vedere con calma», spiega l’assessore che rivela anche come la decisione di ridimensionare il reparto di Ginecologia sia comunque da tempo in discussione da parte della stessa direzione dell’ospedale. «Ne abbiamo parlato, inutile negarlo, con la dirigenza dell’Evangelico, e comunque penso che tutti i punti nascita con meno di mille nascite debbano essere ripensati. Inoltre non dovrebbero esserci punti nascita in ospedali non vocati all’emergenza» tenta di ricarare Montaldo, che, tuttavia, precisa come la chiusura all’Evangelico non sia imminente. «Non so chi possa aver parlato del primo aprile - dice - non possiamo nemmeno prendere in considerazione una data del genere». Poi, in una nota, in serata, Montaldo scrive che «il servizio di Ostetricia dell’Evangelico funziona bene». Il caos, a questo punto, è totale. Le reazioni, non soltanto dell’opposizione, sono durissime. E investono tutti i frinti aparti. «Nessuna persona di buon senso è disponibile alla chiusura dell'ospedale Padre Antero prima che sia costruito il nuovo ospedale del ponente», attacca il deputato Ds Aleandro Longhi, che nella roccaforte rossa del ponente, di Sestri in particolare, ha costruito la propria fortuna politica. «Montaldo è rimasto solo - spiega Longhi in una nota -. Rifondazione comunista, Comunisti Italiani, Verdi, Udeur, Italia dei Valori, si sono infatti espressi contro la chiusura dell'ospedale di Sestri Ponente. Così si è pronunciato il Presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto (della Margherita), la candidata a Sindaco Marta Vincenti dei DS, il candidato a sindaco Stefano Zara, Uniti a Sinistra, presieduta dal candidato sindaco Edoardo Sanguineti, la Sinistra dei DS e, ieri sera, la più grande Unione dei DS genovesi, l'Unione di Sestri, che ha approvato un documento contrario ai tagli ed alla chiusura del nosocomio». «Il documento - ha aggiunto - è stato approvato all'unanimità e quindi col voto del segretario Michele La Torre che è anche un autorevole esponente della segreteria provinciale dei Ds». «L'assessore Claudio Montaldo - ha concluso Longhi - dovrebbe avere il coraggio di colpire e tagliare dove esistono i veri sprechi ed i poteri forti della società genovese e abbandonare una politica sanitaria che taglia dove già i servizi sanitari sono carenti».


Matteo Rosso, consigliere di Forza Italia e Gianni Plinio capogruppo di An in Regione, annunciano battaglia. «Dire che si chiuderanno i punti nascita dove non c’è la Rianimazione - dice Rosso -, ha creato soltanto panico tra le future mamme e tra lo stesso personale sanitario». Forse è tutto da rifare.

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