Più che un semplice viaggio, il nostro racconto degli errori che hanno portato al flop del Pdl alle amministrative liguri, è una vera e propria maratona. A cui, ogni giorno, si aggiunge una tappa. Riassunto delle tappe precedenti: abbiamo parlato delleccesso di scorte e autoblu; abbiamo parlato delleffetto negativo della politica troppo urlata a livello nazionale (sarebbe ingeneroso raccontare solo la sconfitta ligure senza vedere che la disfatta amministrativa è un po ovunque) e abbiamo affrontato la questione generazionale, raccontando di come il Pd, invece, magari per gettare fumo negli occhi, magari con unoperazione di semplice maquillage o di cipria, però riempie i suoi vertici di giovani. E vedere una classe dirigente di quarantenni è comunque un bel vedere.
Oggi tocca ai quartieri, ai Municipi, al governo locale. Partendo da unocchiata a quanto succede a nemmeno troppi chilometri da noi, a Torino. Dove la vera sorpresa delle elezioni è stata una lista che, fin dal nome, è musica per le mie orecchie: i Moderati.
Capito? I Moderati, non gli estremisti.
E questo è davvero un segnale, anche nominalistico, in un Paese dove ci sono state scippate persino le parole «democratico» e «responsabile».
Poi, dico subito che non conosco personalmente esponenti dei Moderati e che, leggendo le storie di alcuni di loro, soprattutto nella prima fase di vita, mi sembrava un movimento che ragionava col metro del ndo cojo, cojo, dove prendo, prendo. Infatti, è nato nella scorsa legislatura regionale piemontese da unoperazione di palazzo che ha messo insieme ex consiglieri di Forza Italia, dellItalia dei Valori, del Partito Democratico e di Rifondazione comunista, ponendosi al centro del centrosinistra.
Poi, però, i Moderati hanno iniziato a lavorare sul territorio, con la rete dei consiglieri di circoscrizione e comunali piemontesi, partendo da Torino e Moncalieri. Fra laltro, avendo la furbizia di non dimostrarsi voraci di posti. Insomma, senza apparire come una versione sabauda dei Responsabili, una delle vere cause delle sciagure recenti del centrodestra.
Insomma, i Responsabili sembrano faine, i Moderati sono furbi come le faine, capaci di sciogliere parole di miele sulle loro scelte: «Abbiamo trecento consiglieri, soprattutto nelle circoscrizioni, che si sono adoperati per risolvere i problemi della gente». E ancora: «I posti in giunta sono lultimo dei nostri problemi, non siamo gente che passa allincasso». Risultato: i Moderati, a Torino, sono il terzo partito, dopo il Pd e il Pdl , (...)
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