«Pneumatici ricostruiti per le flotte di Tir e furgoni»

La Legge n. 448 del 28 dicembre 2001 ha previsto che le flotte appartenenti alle pubbliche amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi negli acquisti di pneumatici di ricambio riservino almeno il 20% ai ricostruiti. Quali effetti ha prodotto questa norma? Lo abbiamo chiesto a Stefano Carloni, presidente dell’Associazione italiana ricostruttori pneumatici (Airp).
Gli effetti - afferma Carloni - sono sicuramente positivi. Le flotte pubbliche che hanno ottemperato a questo obbligo di legge hanno conseguito notevoli risparmi nell’acquisto di pneumatici, senza pregiudicare le esigenze della sicurezza. I ricostruiti sono quindi oggi prodotti assolutamente affidabili».
Ma l’obbligo di legge citato è stato dettato soltanto dall’esigenza di contenere la spesa per la gestione delle auto della pubblica amministrazione o anche per raggiungere altri obiettivi? «L’esigenza principale - risponde Carloni - non è certo quella del risparmio. La norma è stata dettata dalla volontà di favorire lo sviluppo della ricostruzione per le sue caratteristiche ambientali. Ricostruire un pneumatico vuol dire raddoppiarne la vita utile e di conseguenza rallentare la produzione di rifiuti potenzialmente pericolosi, come sono gli pneumatici usati. Basti pensare che nel 2005 la ricostruzione ha consentito di evitare di immettere nell’ambiente 47.385 tonnellate di pneumatici usati e ha permesso di risparmiare 166 milioni di litri di petrolio nonché 47.288 tonnellate di materie prime».

«Oggi - conclude il presidente di Airp - il ricostruito è ampiamente impiegato dalle flotte private di veicoli industriali con soddisfazione degli utilizzatori. Aumentare l’impiego del ricostruito nelle flotte dei furgoni e anche in quelle di vetture gioverebbe sicuramente all’ambiente e ai bilanci delle aziende, senza pregiudizio per la sicurezza».

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