Roma Gli italiani consumano troppi oppiacei e antidepressivi. E forse a causa della crisi e dell'inarrestabile aumento dell'età media della popolazione il nostro paese sta anche scoprendo una nuova categoria: quella degli anziani tossici ovvero dipendenti da farmaci antidolorifici a base di oppioidi. É uno dei campanelli d'allarme suonati dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel presentare insieme al direttore generale dell'Agenzia nazionale del farmaco (Aifa), Luca Pani, il Rapporto sul consumo dei farmaci nei primi 9 mesi del 2014 curato dall'Osservatorio sull'impiego dei Medicinali (Osmed). Tra i macrodati va segnalato l'aumento della spesa per le medicine che ricade sul portafoglio del paziente: più 4,4 per cento pari a 1.121 milioni di euro, rispetto al 2013 per le compartecipazioni nell'acquisto dei medicinali anche se la spesa privata del cittadino in assoluto è diminuita dello 0,1. Diminuisce pure la spesa totale: quasi 20 miliardi, per tre quarti a carico del servizio sanitario nazionale. Il primo problema resta quello della disparità tra Regioni. La frammentazione territoriale riguarda tutte le fasi: accesso, appropriatezza delle prescrizioni, tempi attesa per rendere disponibile un farmaco. In termini chiari significa che non c'è parità di trattamento per i cittadini italiani. Risiedere nella regionegiusta fa la differenza soprattuto quando si parla di disponibilità di farmaci salvavita. Una discriminazione che riguarda anche i farmaci innovativi come nel caso del Sofosbuvir per l'epatite C somministrato fino ad ora soltanto a 30 pazienti in 6 regioni. «Dobbiamo darlo a 50.000 malati e per alcuni un mese può fare la differenza tra la vita e la morte», avverte la Lorenzin che sollecita le regioni a velocizzare le procedure.
L'abuso sia nella prescrizione sia nel consumo riguarda varie categorie di farmaci. Gli antibiotici prima di tutto che però grazie alle campagne informative sui rischi legati all'antibioticoresistenza segnano in questi ultimi dati un lieve calo, meno 4 per cento con 21,2 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti. Alcune regioni non seguono questa direzione virtuosa: Campania, 31,9 dosi; Puglia, 29,3; Calabria 27,6. Si assiste anche ad un aumento del consumo di farmaci per ulcere e gastriti che secondo Pani è sicuramente conseguente ad un uso inappropriato in un caso su due.
Grande preoccupazione desta quello che appare come un abuso di farmaci antidolorifici da parte degli anziani. «La soglia del dolore si abbassa , diminuisce l'uso dei fans (antinfiammatori) e aumenta quello di oppiacei -spiega Pani- che possono creare dipendenza». Per alcuni oppioidi il consumo è aumentato anche del 32 per cento. A questo si affianca l'aumento del consumo degli antidepressivi: 28 dosi giornaliere per 1.000 abitanti. Nel complesso i farmaci del sistema nervoso centrale riguardano 85,9 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti.
Le confezioni medicinali complessivamente consumate sono 1.398 pari a 23 pro capite. Per la prima volta dal 1998 gli oncologici superano per spesa i cardiovascolari tre miliardi per i primi e 2,7 per i secondi che però restano al primo posto per i consumi con 486,4 dosi giornaliere.
Gli italiani consumano molti farmaci a volte anche quando non ne avrebbero bisogno ma paradossalmente continuano a nutrire diffidenza per i vaccini.
In particolare quest'anno a causa dell'allarme legato al rischio poi rivelatosi infondato sul vaccino antinfluenzale Fluad si è registrato un calo pesante per ora calcolato intorno al 30 per cento che però varia molto da regione a regione. «La mancanza di copertura vaccinale rappresenta un serio problema di salute pubblica», conclude il ministro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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