Alessio confessa: "Martina ha rifiutato il mio abbraccio. Colpita alle spalle"

Il 18enne ha infierito tre volte con un sasso Al gip: "Non respirava più e l'ho nascosta"

Alessio confessa: "Martina ha rifiutato il mio abbraccio. Colpita alle spalle"
00:00 00:00

«Ha rifiutato il mio abbraccio. Mi è salita la rabbia e l'ho colpita alle spalle». Alessio Tucci, 19 anni ancora da compiere, racconta al giudice come ha ucciso l'ex fidanzata Martina Carbonaro, 14 anni. Davanti al gip di Napoli Stefania Amodeo, nell'interrogatorio di convalida del fermo, Tucci ripercorre gli ultimi minuti di vita di Martina. A cominciare dalla telefonata con la madre, Enza Cossentino. «Torno per le 20,30», le dice la ragazza. Poi i due si dirigono verso l'ex stadio Moccia, un luogo che conoscono bene. Ci si appartavano quando stavano ancora assieme. Vengono ripresi dal sistema di videosorveglianza.

Alessio, però, non lo sa. Tanto che, sulle prime, agli inquirenti dirà il contrario. «Ci siamo lasciati in centro. Ognuno per la propria strada». Sulle pareti della casupola un tempo abitata dal custode ci sono ancora le scritte lasciate da Martina e Alessio. Il ragazzo spera che, vedendole, Martina ci ripensi e torni con lui. Ma la ragazza è decisa. Forse per quello schiaffo ricevuto quando si era resa conto che fra loro era finita o per la sua gelosia, morbosa, che le impediva di vedere o solo parlare, in chat, con altri ragazzi. Martina non vuole più stare con lui. E quando Alessio prova ad abbracciarla, esplode la violenza. «Scatenava una forza micidiale contro la vittima - scrive il pubblico ministero Alberto Della Valle nel decreto di fermo - colpendola ripetutamente con un corpo contundente tipo pietra, anche dopo che, inferto il primo colpo, la stessa cadeva a terra». Per il medico legale almeno quattro volte, un primo colpo le avrebbe fatto perdere i sensi, gli altri tre la finiscono.

Ma Tucci, come spiega il suo difensore, l'avvocato Mario Mangazzo, all'uscita del carcere di Poggioreale, ricorda tre colpi. Poi la nasconde sotto un vecchio armadio e la copre con calcinacci e rifiuti. Non è chiaro se Martina fosse ancora viva, quindi se si sarebbe potuta salvare se lui avesse capito la gravità di quanto fatto e avesse chiamato i soccorsi. «Il ragazzo ha dichiarato che non respirava più. Lui ha sentito che non respirava più». Dal primo esame medico legale le lesioni lacero contuse sarebbero tutte sulla nuca e sulla tempia della ragazzina. «L'ho colpita una prima volta da dietro», mette a verbale il suo assassino. Sarà l'autopsia, a questo punto, disposta per il 3 giugno, a chiarire dinamica e causa della morte. «A mio giudizio non c'è stato accanimento - spiega ancora l'avvocato Mangazzo - Ci sono stati questi tre colpi e la ragazza poi ha perso i sensi quasi subito. Accanimento non c'è stato per il numero dei colpi inferti». Alessio ha raccontato al suo difensore che non riesce a dormire, che ha dovuto assumere dei calmanti. «Comprensibilmente per lui non sono giorni facili, naturalmente, per questa cosa grave che ha commesso», conclude l'avvocato. Compiuto l'omicidio Tucci, nascosto il cadavere della ragazza «che tanto amava», pensa solo a scappare e a crearsi un alibi. Cancella le chat fra lui e Martina, spegne il suo cellulare per non farla rintracciare e lo nasconde in un'intercapedine. A casa consegna i suoi jeans sporchi del sangue di Martina alla mamma per metterli in lavatrice e si fa una doccia. Si medica alla buona graffi e ferite sulle mani, quelle che si è inferto uccidendola e gettandole sopra, a mani nude, pezzi di intonaco, mattoni e spazzatura. Gli sfuggono gli occhiali di Martina, caduti durante la mattanza, ritrovati dai carabinieri assieme all'arma del delitto prima ancora di scoprire il corpo della 14enne. Poi cena, come se niente fosse.

Durante la notte partecipa alle ricerche della ragazza, piange e consola i suoi genitori, sembra davvero preoccupato. «Avevo l'assassino di mia figlia in auto e non lo sapevo», dirà il padre della vittima, Marcello Carbonaro.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica